Sostieni il nostro blog

Fisiopatologia cardiocircolatoria

APPARATO CARDIOVASCOLARE - VASI E CIRCOLAZIONE

Il sangue lascia il cuore attraverso i tronchi polmonare ed aortico che si ramificano ripetutamente formando le arterie che distribuiscono il sangue agli organi.
All’interno degli organi si realizzano ulteriori ramificazioni creandosi così centinaia di milioni di piccole arterie che forniscono il sangue a oltre 10 miliardi di capillari molti dei quali del diametro di un singolo globulo rosso.
Tutti gli scambi chimici e gassosi tra sangue e liquido interstiziale (LEC) si realizzano attraverso le pareti dei capillari.
Tutte le cellule dipendono da questi scambi per l’approvvigionamento di ossigeno, sostanze nutrienti e per rimuovere i cataboliti.

ANATOMIA FUNZIONALE DEL SISTEMA CIRCOLATORIO
Arterie e vene formano un sistema di distribuzione internaArterie e vene formano un sistema di distribuzione interna cui il cuore fornisce la necessaria propulsionecui il cuore fornisce la necessaria propulsione
Entrambi i circoli (sistemico e polmonare) partono dal cuore mediante grossi tronchi in cui il sangue giunge passando attraverso le valvole semilunari.
I vasi collegati a questi tronchi si ramificano ripetutamente dando origine ad arterie di calibro sempre più piccolo, fino alle arteriole.
Dalle arteriole il sangue giunge alla rete capillare dalla quale defluisce nelle venule che si uniscono a quelle vicine per formare piccole vene, poi vene di medio e grosso calibro che confluiscono nelle vene cavevene cave (nel circolo sistemico) o nelle vene polmonari (nel circolo polmonare).

ORGANIZZAZIONE ISTOLOGICA
Arterie e vene hanno pareti formate da tre strati distinti (tonaca intima, media, avventizia) che conferiscono loro elasticità e resistenza.
Vi sono notevoli differenze strutturali tra i due tipi di vasi in rapporto alle differenti pressioni vigenti nei due sistemi.
I capillari hanno pareti molto sottili, formate sopattutto da un singolo strato di endotelio circondato da una membrana basale molto sottile; sono i soli vasi che permettono scambi tra circolo e LEC.

VENE E PRESSIONI VENOSE
Il sistema arterioso è un sistema ad alta pressione poiché raccoglie tutta la forza sviluppata dal cuore per spingere il sangue attraverso la rete arteriosa e migliaia di capillari.
La pressione in una venula periferica è solo il 10% di quella dell’aorta ascendente e nelle vene via via più grandi le pressioni continuano a scendere.
La pressione nelle vene di medio calibro è così bassa che senza un aiuto non può opporsi alla forza di gravità. Le valvole presenti in queste vene (come quelle cardiache) impediscono al sangue di refluire.
Le grosse vene, come la v. cava, non hanno valvole, ma le modificazioni pressorie nella cavità toracica aiutano lo spostamento del sangue verso il cuore.

DISTRIBUZIONE DEL SANGUE
Cuore arterie e capillari contengono normalmente il 30-35% del volume ematico (circa 1,5 litri) e il sistema venoso il restante 65-70% (3,5 litri).
Poiché le loro pareti sono più sottili e con meno muscolo liscio, le vene sono più elastiche delle arterie quindi se il volume di sangue (o volemia) aumenta o si riduce, lo stesso accade alle pressioni venose per stiramento o accorciamento delle pareti.
Queste vene agiscono come un deposito di sangue riserva venosa (circa il 20% del volume ematico totale).
In caso di gravi emorragie il centro vasomotorio del bulbo stimola i nervi ortosimpatici;
le vene si contraggono e questa venocostrizione spreme il sangue nel resto del sistema, mantenendo la pressione arteriosa molto vicina ai livelli normali.

CIRCOLO POLMONARE
Il sangue che entra nell’atrio destro è quello che ritorna dai capillari periferici, dove è stato rilasciato ossigeno e assorbita carbonica.
Dopo essere passato dall’atrio al ventricolo destro entra nel tronco polmonare e viene distribuito nel circolo polmonare dove viene nuovamente ossigenato e dove viene eliminata l’anidride carbonica in eccesso; il sangue così “rinnovato” torna al cuore per essere nuovamente distribuito.

CIRCOLO SISTEMICO
Parte dal ventricolo sinistro e termina nell’atrio destro.
Inizia con l’aorta ascendente che origina dalla valvola aortica; da questa originano per prime le arterie coronarie; l’arco aortico che segue piega al di sopra del cuore e prosegue nell’aorta discendente. Dall’arco aortico e dall’aorta discendente originano via via tutte le arterie principali, che a loro volta danno origine a vari rami di divisione che si distribuiscono a tutti gli organi e tessuti.

I vasi del sistema venoso viaggiano spesso fianco a fianco delle corrispondenti arterie, spesso con gli stessi nomi e in compagnia dei nervi periferici che anch’essi hanno gli stessi nomi e innervano le stesse strutture.
Una differenza significativa tra s. arterioso e s. venoso riguarda la distribuzione delle principali arterie e vene del collo e degli arti, dove le arterie viaggiano in profondità e dove esistono due gruppi di vene, uno periferico e uno profondo. Questo doppio drenaggio gioca un ruolo importante nella termoregolazione.

FISIOPATOLOGIA CIRCOLATORIA
Scopo della regolazione cardiovascolare è il mantenimento di un adeguato apporto di sangue ai tessuti e organi periferici. In condizioni normali il flusso ematico è uguale gittata cardiaca.
Due fattori influenzano il flusso: la pressione e la resistenza.

FLUSSO E PRESSIONE
Tutti fluidi, sangue compreso, viaggiano da una zona a pressione alta ad una a pressione bassa pressione alta ad una a pressione bassa L'entità del flusso (F) è proporzionale alla differenza di pressione (P).
Nel circolo sistemico P è uguale alla pressione circolatoria (differenza di pressione esistente tra inizio e fine del sistema arterioso, cioè tra radice dell’aorta ascendente e atrio destro. Diverso è il concetto di Pressione Arteriosa, cioè il valore di pressione esistente nel sistema arterioso PA). La pressione arteriosa è relativamente alta dovendo spingere il sangue attraverso il sistema arterioso. Il flusso ematico capillare è direttamente proporzionale alla pressione arteriosa, la quale è strettamente regolata da meccanismi nervosi e ormonali.
La pressione deve mantenersi alta perché esistono numerose forze che si oppongono al flusso ematico.

FLUSSO E RESISTENZA
Una resistenza è una forza che si oppone ad un movimento; nel sistema circolatorio è la forza che si oppone al flusso ematico: maggiore è la resistenza, più lento è il flusso.
La resistenza del s. venoso è molto bassa; alte sono le resistenze periferiche del s. arterioso (RP). Perché vi sia flusso PA deve essere maggiore di RP.
Le RP comprendono la viscosità del sangue, la turbolenza del flusso e le resistenze vascolari; di queste solo le ultime possono essere modificate dal s. nervoso e dal s. endocrino per regolare il flusso ematico; le prime possono modificarsi invece in alcune condizioni patologiche.

RESISTENZA VASCOLARE
Il fattore più importante delle resistenze vascolari è l’attrito tra il sangue e le pareti vasali che dipende soprattutto dal diametro del vaso: maggiore il diametro, minore l’attrito.
La gran parte delle RP è dovuta alle arterie e ai capillari (molti capillari hanno un diametro pari a quello di un singolo globulo rosso).
Stimoli ormonali, locali, autonomici, in grado di stimolare la muscolatura liscia arteriolare possono modificare il diametro di questi vasi; poiché un piccolo cambiamento di diametro provoca un grosso cambiamento della resistenza, questi meccanismi consentono un preciso controllo delle resistenze periferiche e quindi del flusso ematico.

VISCOSITA’ E TURBOLENZA
La viscosità è la resistenza al flusso causata dall’interazione tra le molecole sospese in un liquido. Fluidi a bassa viscosità come l’acqua (viscosità 1.0) scorrono a basse pressioni, mentre fluidi densi come la melassa (viscosità 300) scorrono solo ad alte pressioni.
Il sangue ha una viscosità di 5.0 per la presenza delle proteine e delle cellule del sangue; alcune condizioni patologiche possono alterarne la viscosità (anemia, policitemia, disprotidemie, ecc..). Il flusso ematico in un vaso è generalmente lineare flusso laminare e il sangue scorre lentamente in prossimità delle pareti e più velocemente verso il centro del vaso.
Superfici irregolari, bruschi cambiamenti del diametro di un vaso o aumenti di flusso creano vortici e mulinelli turbolenza che riducono l’entità del flusso.
Il flusso ematico si verifica per una differenza di pressione tra l’aorta e l’atrio destro (pressione circolatoria).
La PA è responsabile della spinta del sangue nel letto capillare. Per mantenere il flusso ematico PA deve essere maggiore di RP.
L’elemento più importante nel determinare RP è il diametro delle arteriole che varia in risposta a stimoli locali, nervosi, ormonali.
La turbolenza contribuisce alle RP anche in condizioni fisiologiche mentre la viscosità solo in condizioni patologiche.


Principali patologie della circolazione e dei vasi

INVECCHIAMENTO E APPARATO CARDIOVASCOLARE
Il numero di Globuli Rossi si riduce con l’avanzare degli anni per ridotta attività del midollo osseo, carenze vitaminiche, stile di vita.
Alcune vene periferiche si ostruiscono per formazione di trombi a causa del rallentamento del flusso ematico, soprattutto agli arti inferiori, da dove possono distaccarsi determinando embolie.
Si riduce la gittata cardiaca e la capacità di aumentare la frequenza cardiaca.
L’attività delle cellule nodali e delle fibre di conduzione si modifica e diventano più comuni le aritmie.
Si modifica lo scheletro fibroso del cuore, che diviene meno elastico.
Si riduce il circolo coronarico con danno progressivo del miocardio ventricolare.

Gran parte delle modificazioni sono da attribuire all’alterosclerosi.
Un’arteriosclerosi limitata è normale conseguenza dell’’invecchiamento:
le arterie perdono elasticità, si riduce la quantità di muscolo liscio della parete e diventano meno elastiche.
Le pareti arteriose rigide sopportano poco improvvisi aumenti di pressione che possono così determinare aneurismi la cui rottura provoca a sua volta ictus, emorragie, infarti, a seconda del vaso colpito.
Le pareti arteriose diventano sede di deposizione di sali di calcio, divenendo ancora più rigide.
Le placche aterosclerotiche sono anche sede di formazione di trombi, aumentando così il rischio di arresti circolatori, ictus, infarti, ecc.

ARTEROSCLEROSI
E’ un ispessimento della parete arteriosa; le complicanze ad essa legate sono responsabili della metà delle morti nei Paesi occidentali.
Ha inizio con un accumulo di lipidi nelle cellule endoteliali che determina fissurazioni sulle quali aderiscono le piastrine; il risultato è una placcaplacca che protrude nel lume del vaso
I maschi anziani sviluppano facilmente placche; gli estrogeni ne possono rallentare la formazione; dopo la menopausa il rischio aumenta anche nelle donne.
Oltre all’età avanzata e il sesso maschile altri fattori di rischio sono l'elevata colesterolemia, fumo di tabacco, ipertensione, diabete, obesità, stress, vita sedentaria.



APPARATO CARDIOVASCOLARE

Tutte le cellule viventi degli organismi pluricellulari si affidano al liquido interstiziale (LEC) per l’apporto di ossigeno, sostanze nutritive e per l’eliminazione delle scorie.
Le condizioni del LEC vengono mantenute stabili mediante continui scambi tra tessuti periferici e sangue circolante. Il sangue contribuisce al mantenimento dell’omeostasi solo finchè circola grazie all’azione del cuore. Il cuore batte approssimativamente 100.000 volte al giorno e pompa da 5 a 30 litri al minuto.

Rete di vasi sanguigni che trasportano il sangue attraverso il cuore e i tessuti del corpo.
Due circoli separati: circolo polmonare e circolo sistemico. Ogni circolo parte dal cuore e termina in esso.
Il cuore è formato da 4 camere muscolari, due per ogni circolo:
l’atrio destro riceve sangue dal circolo sistemico e il ventricolo destro lo spinge nel circolo polmonare, l’atrio sinistro riceve sangue dal circolo polmonare e il ventricolo sinistro lo immette nel circolo sistemico.

La funzione di un atrio è raccogliere il sangue di ritorno al cuore e trasferirlo al proprio ventricolo.
Le richieste funzionali a carico dei due atri (e quindi la loro conformazione anatomica) sono
pressochè identiche; le richieste funzionali a carico dei due ventricoli sono invece molto differenti tra loro ed esistono quindi grandi differenze anatomiche.

Il piccolo circolo
I polmoni si trovano molto vicino al cuore e vene ed arterie sono ampie e brevi il ventricolo destro non ha bisogno di contrarsi eccessivamente per spingere il sangue attraverso il circolo polmonare (circolo ad alta capacitanza e bassa resistenza
La parete del ventricolo destro è relativamente sottile ed in sezione appare come una tasca attaccata alla robusta parete del ventricolo sinistro; quando si contrae agisce come una pompa a soffietto comprimendo il sangue contro la robusta parete del ventricolo sinistro con sforzo minimo, sviluppando pressioni relativamente basse (15-28 mmHg).

Il grande circolo
Il ventricolo sinistro deve esercitare una pressione 7-8 volte maggiore del v. destro per spingere il sangue in tutto il circolo sistemico (circolo ad alta resistenza).
Ha una parete molto spessa ed in sezione appare circolare.
Le forze che vengono generate dalla sua contrazione devono essere sufficienti ad aprire la valvola semilunare e a spingere il sangue nell'aorta ascendente, dove esiste una pressione diastolica di 70-80 mmHg.

CIRCOLAZIONE CORONARICA
Il cuore lavora continuamente e le sue fibre muscolari richiedono notevole apporto di ossigeno e nutrienti. Un cuore pesa mediamente 300 g ma incide a riposo per più del 9% sulla richiesta totale di O2. A riposo circa il 4% del sangue espulso dal VS entra nel circolo coronarico che assicura l che assicura l’apporto di ossigeno alla muscolatura cardiaca; durante esercizio massimale la richiesta di ossigeno aumenta notevolmente e il flusso ematico diretto al cuore può aumentare fino a 9 volte il valore basale.
Le arterie coronariche (o coronarie) nascono dal tratto di origine dell’aorta ascendente, ove esiste una pressione più alta rispetto al resto del circolo sistemico.
Le arterie coronaria destra e sinistra si dividono nei vari rami che irrorano il cuore, ampiamente e variamente anastomizzati tra loro; il sangue refluo è drenato dalle vene coronariche nel seno coronario che a sua volta si apre nell’atrio destro.


Principali patologie del cuore

CORONAROPATIA
E’ un cambiamento degenerativo della parete delle arterie coronarie che comporta stenosi parziale o completa del loro lume con riduzione della circolazione coronarica che conduce ad ischemia miocardica.
La causa più comune è la formazione di un deposito lipidico, placca ateromasica o aterosclerotica, sulla quale può formarsi un trombo; a questi possono associarsi spasmi della muscolatura liscia che possono ulteriormente ridurre il flusso ematico interrompendolo del tutto.

Uno dei primi sintomi della coronaropatia è l’angina pectorispectoris:
temporanea insufficienza di O2 ed ischemia durante un aumento transitorio del lavoro cardiaco (dolore caratteristico).
L’angina può essere controllata da interventi farmacologici (ß-bloccanti, nitroglicerina, calcio-antagonisti, statine, farmaci antagonisti, farmaci antipiastrininici) e cambiamenti dello stile di vita (dieta, attività fisica, evitare lo stress).
A volte è necessario ricorrere ad interventi chirurgici (rimozione della placca con cateteri allungati, angioplastica con palloncino, posizionamento di “stent” metallici, by-pass singolo o multiplo)

INFARTO MIOCARDICO
Durante un infarto si ha un arresto della circolazione coronarica e le cellule miocardiche muoiono per mancanza di ossigeno; il tessuto colpito degenera creando un’area non funzionante detta infarto.
Le conseguenze di un infarto dipendono dalla grandezza della coronaria colpita e dalla natura del blocco circolatorio (formazione di un trombo, rottura di una placca, spasmodi una placca, spasmo); se l’’area colpita è ampia il cuore cessa di battere; infarti più piccoli possono essere “riparati” dalla formazione di tessuto cicatriziale, ma possono insorgere varie complicanze, tutte spiacevoli.
Circa il 25% dei pazienti colpiti muore prima di giungere in Pronto Soccorso.

INSUFFICIENZA CARDIACA
L’insufficienza cardiaca è una condizione in cui la gittata cardiaca si riduce, in assoluto o relativamente alle richieste periferiche, nonostante un normale riempimento venoso.
Dalla definizione sono escluse le patologie da ridotto ritorno venoso (shock distributivo che comprende lo shock emorragico, lo shock ipovolemico, lo shock anafilattico…) oppure le patologie da riduzione della capacità del ventricolo di espandersi (si parla in questo caso di tamponamento cardiaco).

Nessun commento:

Visitatori

Seguimi su Libero Mobile

Canale Video di PocketStudy