LA FAME È NATURALE mentre L’APPETITO È SOGGETTIVO legato solo ad aspetti psicologici, ad usi ed abitudini.
SAZIETÀ:
PALABILITÀ O APPETIBILITÀ:
SONO I FATTORI CHE PRECEDONO L’INGESTIONE DI CIBO (sapore, presentazione, apparenza, colore ecc. legati ad esperienze precedenti)
Le abitudini individuali modificano l’assunzione di cibo mentre: - Stimolano il senso di fame Il freddo e il livello di glicemia - Stimolano il senso di sazietà La ripienezza del tubo digerente e gli ormoni gastroenterici come la colecistochinina, prodotta in risposta all’ingestione di grassi.
MECCANISMI DELLA FAME
FAME:
SENSAZIONI SGRADEVOLI, TORMENTOSE AVVERTITE DOPO PROLUNGATA PRIVAZIONE DI CIBO, CHE CI SPINGE A PROCURARCELO PER AVERE SOLLIEVO.
APPETITO:
SENSAZIONI SGRADEVOLI, TORMENTOSE AVVERTITE DOPO PROLUNGATA PRIVAZIONE DI CIBO, CHE CI SPINGE A PROCURARCELO PER AVERE SOLLIEVO.
APPETITO:
L’INSIEME DI SENSAZIONI NON SPIACEVOLI PER CUI SI AVVERTE IL DESIDERIO DI INGERIRE CIBI.
SAZIETÀ:
CESSAZIONE DEL BISOGNO DI MANGIARE.
INAPPETENZA:
ASSENZA DI DESIDERIO PER IL CIBO.
PALABILITÀ O APPETIBILITÀ:
SONO I FATTORI CHE PRECEDONO L’INGESTIONE DI CIBO (sapore, presentazione, apparenza, colore ecc. legati ad esperienze precedenti)
Le abitudini individuali modificano l’assunzione di cibo mentre: - Stimolano il senso di fame Il freddo e il livello di glicemia - Stimolano il senso di sazietà La ripienezza del tubo digerente e gli ormoni gastroenterici come la colecistochinina, prodotta in risposta all’ingestione di grassi.
MECCANISMI DELLA FAME
MECCANISMI GASTRICI
La sensazione di fame compare simultaneamente a contrazioni gastriche, che durano da 30 a 90 minuti e si alternano a pause.
Sono inibite dalla masticazione, ingestione di ghiaccio e/o acqua fredda, alcool, fumo, esercizio fisico violento, glucosio ecc.
Di recente si sono scoperti 2 ormoni gastrici che regolerebbero, anch’essi, la sensazione della fame.
MECCANISMI IPOTALAMICI
Nell’ipotalamo distinguiamo 2 zone:
Nell’ipotalamo distinguiamo 2 zone:
- una laterale CENTRO DELLA FAME
(sempre attivo. Una sua lesione porta a IPERFAGIA)
- una mediale CENTRO DELLA SAZIETÀ
L’IPOTALAMO condizionerebbe selezione degli alimenti tramite NEUROMEDIATORI.
L’IPOTALAMO condizionerebbe selezione degli alimenti tramite NEUROMEDIATORI.
Il neurotrasmettitore più studiato è la SEROTONINA che agirebbe sul centro della sazietà inibendo il centro della fame e influirebbe sulla selezione glicidi, protidi.
L’AUMENTO DI SEROTONINA CEREBRALE PREDISPONE ALLA SCELTA DI ALIMENTI PROTEICI MENTRE LA DIMINUZIONE ALLA SCELTA DI CARBOIDRATI.
La SEROTONINA deriva dal TRIPTOFANO che passa la barriera ematoencefalica, in relazione al suo rapporto con 5 amninoacidi neutri: tirosina, fenilanalina, leucina, isoleucina, valina (sigla TFLIV).
Un’alimentazione ricca di carboidrati induce la produzione d’insulina, che aumenta la captazione muscolare di TFLIV, così il rapporto TRIPTOFANO/TFLIV aumenta favorendone il passaggio della barriera EMATOENCEFALICA. Con incremento di SEROTONINA.
Il contrario avviene in caso di alimentazione ricca di protidi (proteine).
Il contrario avviene in caso di alimentazione ricca di protidi (proteine).
La totale esclusione di tritofano dalla dieta provocherebbe: DEPRESSIONE.
DEVIAZIONI ALIMENTARI
ANORESSIA
grave diminuzione o scomparsa dell’appetito
BULIMIA
aumento patologico della fame, causato da malattie o da motivi psicologici
L’anoressia e la bulimia sembrano in apparenza due fenomeni opposti eppure sono caratterizzati da analogie e in parte interscambiabili tra loro.
L’anoressia è il rifiuto di mangiare, e porta come conseguenza l’abbassamento del peso del proprio corpo, sotto una percentuale dell’85% del peso previsto sulla base delle proprie caratteristiche costituzionali.
La anoressia diventa cronica quando i pasti vengono completamente aboliti. Spesso l’anoressico si oppone al senso di fame inducendo il vomito, assumendo farmaci lassativi o diuretici, oppure svolge un’attività fisica esagerata nel tentativo disperato di continuare a controllare il proprio peso.
Se l’anoressico si arrende al senso di fame e si abbuffa con cadenza almeno settimanale, ecco che l’anoressico, paradossalmente, potrebbe diventare bulimico.
La bulimia è la condizione di chi consuma cibo in quantità decisamente superiori alla norma. Spesso l’abbuffata si accompagna alla sgradevole sensazione di non riuscire più a fermarsi una volta che si è iniziato a mangiare.
Anche il bulimico adotta gli stessi comportamenti dell’anoressico per compensare le abbuffate e impedire il conseguente aumento di peso: quindi si induce il vomito, abusa di farmaci lassativi e diuretici, ed effettua lunghe sedute di fitness.
Tuttavia una bulimica ha spesso le identiche ambizioni di una anoressica, ma non sopporta la ferrea disciplina necessaria a ridurre drasticamente l’apporto di cibo, delineando una inferiore forza di volontà.
Le cause di atteggiamenti così squilibrati nei confronti del cibo sono da attribuire agli scorretti modelli fisici proposti dalla società e dalla propaganda dei cosiddetti cibi spazzatura ma la radice del problema va probabilmente ricercata in una mancanza di affetto e di considerazione percepita dalla persona affetta da tali disturbi che reagisce attraverso questi atteggiamenti autolesionistici.
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