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Reazioni trasfusionali

Le trasfusioni possono dar luogo a complicanze classificate in base al criterio temporale di insorgenza: acute (se avvengono entro 24 ore) o ritardate (se la loro insorgenza si verifica dopo giorni o settimane dalla trasfusione).

In base alla patogenesi dell’evento vengono invece classificate come:

1. reazioni di tipo non immune

2. reazioni di tipo immune
(se sono la conseguenza di una attivazione del sistema immunitario)

Ogni qualvolta si verifichi o si sospetti una reazione trasfusionale la cosa va prontamente segnalata al Centro Trasfusionale inviando i seguenti campioni per accertamenti:

• provetta di sangue anticoagulato in EDTA, firmata in maniera leggibile da chi esegue il prelievo, per controllo dei gruppi sanguigni ABO ed Rh ed esecuzione del test di Coombs diretto;

• provetta senza anticoagulante (provetta da siero) firmata in maniera leggibile da chi esegue il prelievo per esecuzione del test di Coombs indiretto e ripetizione delle prove crociate di compatibilità;

• provetta senza anticoagulante (provetta da siero) per ricerca emoglobina libera nel siero ed esami funzionalità renale;

• campione di urine per ricerca emoglobinuria;

• unità implicata o idoneo campione per ricerca contaminazione batterica


Reazioni di tipo non immune
Si possono manifestare:
- durante la terapia infusionale
shock settico da contaminazione batterica massiva, scompenso cardiaco congestizio.
- dopo la terapia infusionale
infezioni batteriche o virali, emosiderosi, ipocalcemia

Reazioni di tipo immune
Comprendono:
- sindrome brivido-ipertermia (dovuta alla presenza di leucoagglutinine acquisite per immunizzazione precedente del paziente).
- porpora trombocitopenica post-trasfusionale
- reazioni allergiche: orticaria, prurito, asma
- reazioni emolitiche trasfusionali



IDENTIFICAZIONE E CLASSIFICAZIONE REAZIONI

Le reazioni trasfusionali vengono identificate e classificate quando presenti uno o più dei seguenti segni e sintomi:

- Reazione emolitica
dolore in sede di infusione, febbre, shock, dolore lombare, brividi, oliguria, emoglobinuria, sanguinamento, arresto cardiaco.

- Reazione febbrile non emolitica
aumento di temperatura di 1 °C o più durante o in seguito alla trasfusione e senza nessun’ altra causa.

- Reazione da contaminazione batterica dell’unità
shock, febbre elevata, coagulazione intravascolare disseminata, insufficienza renale, delirio, vomito con striature ematiche, diarrea, dolore muscolare.

- Reazione allergica del tipo orticaria
pomfi, eritema locale, prurito.

- Reazione allergica del tipo anafilattico
shock, tosse, insufficeinza respiratoria, instabilità pressoria, nausea, dolore addominale del tipo colico, vomito, perdita di coscienza dopo infusione di pochi millilitri di sangue in assenza di febbre (che può comparire 50-60 minuti dopo).

- TRALI (Transfusion Related Acute Lung Injury)
insufficienza respiratoria con quadro clinico e radiologico di edema polmonare non cardiogeno (ARDS).

- Sovraccarico circolatorio
quadro di scompenso cardiaco acuta con edema polmonare cardiogeno.

- Coagulopatia
quadro di coagulopatia da diluizione nel caso di trasfusione massiva senza contemporaneo supporto di plasma fresco congelato mentre nella trasfusione di emazie incompatibili può verificarsi un quadro di coagulazione intravascolare disseminata.

- Ipotermia
si verifica solo nel paziente gravemente compromesso che ha perso la capacità termoregolatoria e che viene trasfuso in maniera massiva (le unità di emazie NON devono venir routinariamente portate a temperatura ambiente prima della trasfusione tranne nel caso
suddetto)

- Tossicità da citrato
il citrato, utilizzato come anticoagulante, se trasfuso in grandi quantità come nel caso della trasfusione massiva può portare in un organismo già compromesso ad una situazione di alcalosi metabolica.

- Ipercaliemia
le emazie concentrate riportano un progressivo danno da conservazione a livello della membrana cellulare con rilascio del potassio intracellulare.



REAZIONI EMOLITICHE TRASFUSIONALI

Oggi piuttosto rare, sono provocate dall’infusione di sangue immunologicamente incompatibile. Possono comportare:
- distruzione dei Globuli Rossi del donatore
- distruzione dei Globuli Rossi del ricevente


Distruzione dei GR del donatore

Nel caso di errore di tipizzazione del gruppo o scambio di sacche, l’emolisi può essere provocata da anticorpi naturali verso il sistema ABO. Questi anticorpi sono IgM, possono fissare il complemento e danno emolisi intravascolare. Immediatamente dopo l’inizio della trasfuzione il paziente riferisce: cefalea, dolori lombari, nausea, vomito, palpitazioni, tachipnea, brividi, ipotensione, febbre.
Sono presenti tutti i segni di emolisi intravascolare:
- diminuzione aptoglobina
- emoglobinuria
- ittero (entro 12 ore)
Il rischio più grave è quello di shock irreversibile con insufficienza renale acuta da necrosi tubulare.

Nel caso di paziente politrasfusi, l’emolisi può essere provocata da anticorpi dovuti a precedenti immunizzazioni e diretti soprattutto contro il sistema Rh, Kell, Duffy e Kids.
Questi anticorpi sono IgG e danno emolisi extravascolare.
Il paziente manifesta nausea, brividi, febbre.
Il rischio di shock e insufficienza renale è raro.

In entrambi i casi la gravità della reazione dipende dalla quantità di Globuli Rossi trasfusi e dal titolo anticorpale.


Distruzione dei GR del ricevente

E’ un’evenienza molto rara che si verifica qualora sangue di gruppo O contenente anticorpi anti-A o anti-B a titolo elevato (1:200/300), venga trasfuso ad un paziente di gruppo A o B.
In alcuni casi la reazione di emolisi può risultare ritardata (da 3 a 15 gg dopo la trasfusione) e manifestarsi con ittero e riduzione dell’emoglobina.
Ciò si verifica soprattutto in pazienti già precedentemente immunizzati (trasfusioni, gravidanze...) con anticorpi a titolo molto basso, non accertabili con le comuni tecniche.



TERAPIA PER INCIDENTE TRASFUSIONALE

Il sospetto di incidente trasfusionale impone:
- sospensione immediata della trasfusione
- in caso di reazione allergica:
antistaminici
antipiretici
corticosteroidi
- in caso di CID:
eparina
infusione di fattori plasmatici della coagulazione, ATIII, piastrine, fibrinogeno provvedimenti da adottare in caso di shock o insufficienza renale acuta.

1 commento:

giovanna giglioli ha detto...

Ciao,
ho postato le "reazioni trasfusionali" sul mio blog sulla sicurezza trasfusionale: sono fatte benissimo!
Giovanna

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