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Infezioni dell'apparato respiratorio

Possono essere determinate da batteri, virus, micoplasmi, protozoi, funghi, rickettsie, clamidie.

Il 60-75% delle infezioni acute dell’apparato respiratorio sono di origine virale; hanno una maggiore incidenza in inverno e in primavera e un minimo in estate; sono più frequenti prima dei 6 e dopo i 50 anni di età; vengono trasmesse per contatto o per inalazione di piccole particelle aerosolizzate (con i colpi di tosse). La quasi totalità delle malattie respiratorie virali è determinata da uno dei seguenti virus: Rinovirus, Coronavirus, Virus dell’influenza (A, B, C), virus Parainfluenzali, Herpesvirus e Cytomegalovirus (gruppo comprendente anche il virus Varicella-zooster e virus di Epstein-Barr), Virus sinciziale respiratorio, Adenovirus, Coxsackie ed Echovirus.



INFEZIONI DELLE VIE AEREE SUPERIORI

RINITE
Processo infiammatorio a carico delle mucose delle vie nasali.
Eziologia: Virus
Sintomi: secchezza delle mucose del nasofaringe, ipersecrezione di muco, malessere, cefalea; la febbre è assente o limitata ad una febbricola, le complicanze rare.

FARINGITI E TONSILLITI
Processi infiammatori a carico del faringe e delle tonsille.
Eziologia: Virus e batteri
Sintomi: secchezza delle fauci, intenso dolore locale, irradiato all’orecchio, disfagia (difficoltà alla deglutizione), arrossamento dell’orofaringe, dei pilastri, dell’ugola; le tonsille possono apparire più o meno ingrandite con rilievi biancastri o veri e propri zaffi di materiale purulento; febbre, tosse, ingrossamento dei linfonodi laterocervicali.

CROUP O EPIGLOTTITE
Laringe con intenso edema e conseguente restringimento del lume che determinano un caratteristico stridore inspiratorio e difficoltà respiratorie talvolta gravissime.
Decorso rapidissimo con dispnea e cianosi.

LARINGO-TRACHEO-BRONCHITI
Laringite (infiammazione del laringe): Raucedine, perdita della voce e dolore.
Tracheatite (infiammazione della trachea): dolore retrosternale alto.

BRONCHITE ACUTA
Infiammazione della mucosa dei bronchi, associata a Febbricola (spesso assente), tosse inizialmente stizzosa e con dolore retrosternale.

BRONCHIOLITE
Nella prima infanzia le infezioni respiratorie acute sono spesso caratterizzate da una grave ostruzione dei bronchioli dovuta ad infezione da parte del virus sinciziale respiratorio o, più raramente, dei virus parainfluenzali. Dispnea, cianosi e sono udibili sibili e rantoli.



POLMONITI

Processo infiammatorio che interessa il parenchima alveolare e/o l’interstizio e che spesso coinvolge anche le ultime terminazioni bronchiali.
Si manifesta come un’infezione acuta con segni di interessamento dell’apparato respiratorio, in particolare tosse produttiva, spesso con escreato emorragico.
L’esordio è caratterizzato da improvviso rialzo termico, con brivido, accompagnato da dolore toracico particolarmente intenso durante i movimenti respiratori, che denuncia l’interessamento pleurico.
La tosse è stizzosa nelle prime fasi, poi produttiva con espettorato purulento e/o emorragico.
Il paziente è costretto a letto, dispnoico e cianotico nei casi più gravi.
L’agente di infezione più frequente è lo pneumococco che raggiunge il polmone solitamente per via inalatoria; eccezionale la diffusione ematogena o per contiguità.

Effetti sistemici più frequenti
- Febbre
- Alterazioni della funzione respiratoria (dispnea e tachipnea; nelle forme più gravi compare cianosi).
- Polso (tachicardia; in casi di polmonite da stafilococco, da pseudomonas e da mycoplasmi, può essere presente bradicardia relativa).
- Emottisi (escreato emorragico).
- Effetti metabolici (aumento della VES, del fibrinogeno, della PCR; nelle forme più gravi: anemia ed ipoalbuminemia, alterazioni renali ed epatiche).
- Leucociti (linfocitosi relativa).
- Manifestazioni di accompagnamento (Herpes labialis)
- Complicanze (ascesso polmonare, versamento pleurico e/o la sua trasformazione in empiema, ascessi metastatici)

Quadro clinico e radiologico
Sono funzione del “consolidamento” polmonare (aumento del fremito vocale tattile, ipofonesi o ottusità alla percussione, presenza di rantoli e/o ronchi all’ascoltazione); il quadro radiologico è contraddistinto dalla presenza di un’area di minor trasparenza (opacità) più o meno disomogenea.

Terapia
Terapia antibiotica e sintomatica (riposo a letto, sorveglianza dell’equilibrio idrosalino, somministrazione di fluidificanti e/o sedativi della tosse).

Forme cliniche
- La polmonite pneumococcica rappresenta la forma classica di polmonite batterica.
- La forma da stafilococco è più frequente in pazienti ospedalizzati (polmoniti nosocomiali).
- La polmonite streptococcica è di solito una complicanza di infezioni preesistenti e può avere un decorso fulminante.
- Le polmoniti da germi Gram-negativi (soprattutto Klebsiella e Pseudomonas); rispetto alle polmoniti da Gram-positivi hanno una maggiore tendenza alla formazione di focolai multipli e alla suppurazione (processo infiammatorio e degenerativo accompagnato da formazione di pus) con formazione di ascessi.
- Forme particolari di polmonite: da Bordetella Pertussis (agente eziologico della pertosse) e da Legionella Pneumophila (agente della “malattia dei legionari”).
- Polmoniti da batteri anaerobi (Streptococchi anaerobi, Fusobatteri, Batterioidi), componenti abituali della flora batterica del cavo orale.

MECCANISMI DI INFEZIONE
- Inalazione
Peumococco, Micoplasma, Moraxella, Legionella Pneumophila, Yersinia Pestis, Bacillus Anthracis etc., virus.
- Microaspirazione dall’orofaringe
Pneumococco, Enterobatteri Gram- in caso di colonizzazione delle alte vie respiratorie.
- Ematogeno
Sepsi da stafilococco, Gram-.
- Inoculazione diretta
Trauma toracico penetrante, diffusione locale da organi infetti, ascesso amebico.



Micosi polmonari

Sono infezioni determinate da funghi capaci di svilupparsi alla temperatura corporea che non risponde all’usuale trattamento antibiotico..
È caratterizzata da segni di compromissione generale, reperti radiologici estesi e solitamente bilaterali.
Alcune forme, come la candidosi, sono quasi esclusive di soggetti defedati e immunodepressi.



Ascesso polmonare

Raccolta di pus per necrosi di una zona del tessuto polmonare, dovuto a fatti traumatici o a diverse specie di batteri che spesso si trovano associati (Pseudomonas, streptococchi, stafilococchi ecc.).
L'ascesso polmonare è piu frequente nei soggetti immunodepressi (AIDS, trattamento protratto con corticosteroidi), nell'alcolismo e nel paziente intubato.



Malattia tubercolare

Infezione batterica ad azione necrotizzante sui tessuti, dovuta al bacillo di Koch, che può colpire qualsiasi organo (più frequente i polmoni).

CONTAGIO
La via di contagio più comune è quella aerea, per inalazione polmonare.
Il contagio avviene generalmente per via diretta, da persona a persona, tramite le secrezioni o le goccioline di vapore espulse dal soggetto malato con i colpi di tosse, e inalate dal soggetto sano in vicinanza, in ambienti chiusi.

QUADRO CLINICO
Nell’infezione primaria il bacillo evoca una risposta infiammatoria polmonare e dei linfonodi ilari (granuloma), che evolve verso una calcificazione localizzata osservabile nei radiogrammi anche a distanza di anni.
La presenza di calcificazioni linfonodali-ilari, in concomitanza a una positività al Tine-test, indica un pregresso contagio di Mycobacterium tuberculosis.
In alcuni casi, i microrganismi possono permanere silenti per anni nelle sedi di infezione primaria, e successivamente entrare in fase di crescita e provocare le forme di tubercolosi secondarie.
A seconda della sede del focolaio primario si distinguono la tubercolosi polmonare (più frequente) e la tubercolosi extrapolmonare (soprattutto intestinale).
Forme secondarie: tubercolosi scheletrica, urogenitale, delle tonsille e anche la meningite tubercolare.

TUBERCOLOSI POSTPRIMARIA DELL’ADULTO
E’ una TB da reinfezione (ossia una nuova infezione in un soggetto già precedentemente infetto) esogena o endogena. Il rischio di sviluppare una TB progressiva è maggiore nei soggetti anziani, negli etilisti, nei diabetici, nei gastroresecati, negli immunodepressi.

TERAPIA E PROFILASSI
La moderna terapia antitubercolare si fonda sull’uso di 3 antibiotici (rifampicina, isoniazide e etambutolo) nella loro dose massima attiva, assunti in modo quotidiano e continuo per diversi mesi.
La terapia chirurgica viene occasionalmente presa in considerazione nelle forme che non rispondono alla terapia farmacologia.
È obbligatoria la denuncia dei casi di tubercolosi al Servizio di igiene pubblica della ASL di appartenenza.




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