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Trattamento principali fratture

FRATTURE DELLA CLAVICOLA

Trauma piuttosto frequente che si verifica in seguito a contrasti, traumi diretti sulla clavicola stessa o violente cadute sulla spalla o sulla mano ipertesa.
5% di tutte le fratture (soprattutto tra i neonati e tra i bambini).
Sede di frattura:
- corpo centrale (localizzazione più frequente)
- terzo laterale (estremità della clavicola che si collega alla spalle)
- terzo mediale (estremità della clavicola che si collega allo sterno)

Trattamento e riabilitazione
Nella fase acuta del trauma, in attesa dell'intervento medico, è importante immobilizzare la parte lesa evitando il più possibile movimenti inutili e pericolosi.
Un'efficace immobilizzazione è infatti importante per evitare il dolore ed ulteriori complicanze.
Se la frattura è esposta è bene coprire la ferita con garze sterili o con tessuto pulito.
In attesa dei soccorsi una frattura scomposta/esposta non va ridotta per alcun motivo.
Eventualmente si può lavare con soluzione fisiologica e medicare la ferita con estrema cura.
La maggior parte delle fratture composte della clavicola viene trattata secondo un protocollo conservativo applicando un bendaggio a otto (immobilizzazione di entrambe le spalle) garantendo una riossiificazione spontanea veloce e completa.

Dopo la rimozione del bendaggio il callo osseo è palpabile ma nel tempo si rimodella e sparisce più o meno completamente in base all'età.
In caso di frattura scomposta/esposta si rende talvolta necessario l'intervento di riposizionamento chirurgico tramite viti, placche metalliche o cerchiaggio (filo di acciaio).
Solitamente le fratture delle clavicole si risolvono positivamente nel giro di 3-12 settimane.



FRATTURA DELLA SCAPOLA

L'1% di tutte le fratture, e il 5% delle fratture del cingolo scapolare.
Sono spesso il risultato di un trauma violento principalmente in un contesto politraumatico
dovuto a un incidente stradale, motivo per cui sussiste il rischio che inizialmente
passi inosservata.
Queste fratture vengono principalmente trattate senza ricorrere a un intervento chirurgico. La chirurgia (riduzione a cielo aperto e fissazione interna) viene riservata alle fratture articolari scomposte, alle fratture non articolari instabili, oppure ai casi di lussazione grave.
Guarisce anche senza immobilizzazione grazie a muscoli ivi presenti che mantengono la posizione.



FRATTURA DELL'OMERO

Le fratture prossimali dell’omero sono più comunemente causate dalla caduta su di un braccio proteso. I pazienti lamentano dolore alla spalla e l’impossibilità a muovere il braccio.
Se l’allineamento e la posizione dei frammenti sono soddisfacenti, il braccio può essere immobilizzato in una fasciatura al collo e per gran parte delle fratture diafisarie si può intervenire con l'applicazione di una stecca di contenzione (metodo incruento). Risolta l'iniziale tumefazione la frattura può essere trattata con un tutore (ortesi brachiale) o Gesso Brachio-Metacarpale.
Trattamenti cruenti di riduzione e sintesi prevedono:
- Placca e viti AO
- Fissatore esterno
- Inchiodamento



FRATTURA FEMORALE

DEL COLLO
Tipica frattura dell'anziano localizzata all’estremità superiore (testa o collo del femore), limitando fortemente la mobilità dell'arto. Il 50% dei pazienti perde parzialmente o totalmente l’autosufficienza dopo aver subito questo tipo di lesione.
Si interviene chirurgicamente con Viti Interframmentarie per sintetizzare il moncone prossimale. In caso di necrosi avascolare della testa femorale si interviene con endoprotesi o artroprotesi totale dell'anca.

PER-SOTTO TROCANTERICA
Il trattamento prevede applicazione chirurgica di Chiodo Gamma o Chiodo-Placca.
In alcuni pazienti giovani il trattamento consiste in 6 o 7 settimane di trazione Trans-Condiloidea seguite da 7 settimane di apparecchio gessato Pelvi-Podalico articolato.

SOVRACONDILOIDEA
La frattura monocondiloidea viene trattata chirurgicamente con Viti Interframmentarie mentre le fratture a T o Y con Placca Condilica.
Nei pazienti non operabili Trazione Transtuberositaria Tibiale 3 o 4 settimane e immobilizzazione con Gesso Femoro-Podalico Funzionale per 8 o 10 settimane.



FRATTURA DEL PIATTO TIBIALE

Queste fratture complesse articolari, con frammenti di frattura piccoli e numerosi, con perdita di osso cartilagineo e spongioso nella regiona sottostante l’articolazione, sono classificate secondo un criterio topografico secondo le regioni interessate:
- piatto tibiale esterno.
- interno.
- tuberosità centrali.

Si interviene chirurgicamente con Viti interframmentarie, con Placca-Vite AO ed eventuali innesti ossei o in alternativa con Placche-Liss.



FRATTURA DELLA GAMBA
La frattura diafisaria della Tibia, con eventuale interessamento del Perone, viene trattata solitamente con Stivaletto Gessato ed eventuale, successivo Gesso Femoro-Podalico (per 3 mesi) e Tutore Ortesico.
Altri metodi di trattamento:
- Gesso tipo "Boheler"
- Fissatore Esterno (Circolare nelle fratture distali)
- Inchiodamento Endomidollare
- Placca Viti AO








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