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Trauma nervoso periferico

Interruzione temporanea o permanente delle funzioni di un tronco nervoso avvenuta per contusione, compressione o lacerazione dall'interno (moncone osseo o ematoma) o dall'esterno (corpo contundente).

Contusione o "stupor"
lesione causata dalla applicazione di una forza (in genere compressiva, sia endogena che esogena) non capace di vincere la resistenza delle fibre assoniche, ma che determina comunque una interruzione della funzione nervosa.

Interruzione nervosa periferica
Soluzione di continuo delle fibre assoniche, (rotture da moncone osseo fratturato, rotture da corpo contundente esterno, rotture da strappo).



SEMEIOTICA

Bisogna valutare funzione nervosa a "valle", motoria e sensitiva.
Bisogna avere accuratezza nella identificazioni dei dermatomeri ove la sensibilita' sia diminuita o addirittura abolita.
Bisogna valutare una eventuale impotenza funzionale attiva e una eventuale perdita di controllo degli sfinteri.

INDAGINI STRUMENTALI
Elettromiografia;
T.a.c. (per traumi del rachide):
R.m.n. (per traumi del rachide).



PRIMO INTERVENTO

Immobilizzazione
e' necessaria, in assenza di ferite importanti, per impedire vizi di posizione degli arti interessati.

Repertamento
in caso di ferite e' di estrema utilita' repertare le strutture nervose che vengono riconosciute con un punto di sutura "00000" legato e con "coda lunga".



COMPLICANZE NERVOSE IMMEDIATE

Frattura della diafisiomerale: n. radiale.
Frattura sovracondiloidea dell’omero: n. mediano, n. radiale.
Frattura e lussazione dell’acetabolo: n. sciatico comune.
Frattura del collo perone: n. sciatico popliteo esterno.
Frattura-lussazione della testa dell’omero: n. ascellare.
Frattura di clavicola: lesione del plesso brachiale.

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