Sostieni il nostro blog

Sindrome da immunodeficienza acquisita

L'AIDS è una Malattia infettiva ad eziologia virale (virus HIV) caratterizzata da un deficit delle difese immunitarie e conseguente insorgenza di infezioni opportunistiche.
Una persona contagiata viene definita sieropositiva.
In questa condizione l'unico modo di scoprire l'infezione è sottoporsi al test dell'HIV che è in grado di identificare la presenza di anticorpi specifici.
Il test può diventare positivo entro 3-6 mesi dal giorno del contagio.
Durante il periodo finestra (intervallo compreso dal contagio alla comparsa degli anticorpi) è possibile trasmettere il virus pur avendo un test negativo.

Il virus è presente in:
- Sangue.
- Liquido vaginale,
- Sperma.

HIV
La sieropositività è quella condizione in cui viene riscontrata la presenza di anticorpi anti-HIV, ma non sono ancora comparse le infezioni opportunistiche. In questo periodo il soggetto può aver bisogno di terapie antiretrovirali che combattono l'infezione.
Le principali cellule bersaglio del virus sono i leucociti CD4-positivi (linfociti o macrofagi) che vengono distrutti; il sistema immunitario viene, quindi, progressivamente deteriorato fino ad essere incapace di contrastare l’attacco di alcuni micro-organismi, detti “opportunisti” con conseguente possibile insorgenza di alcune infezioni gravi tipiche della fase sintomatica dell’infezione da HIV.

AIDS
Condizione in cui si presentano infezioni opportunistiche, cioè quando le difese immunitarie sono così deboli da non proteggere l'organismo da microrganismi che potrebbero essere innocui.



CLASSIFICAZIONE IN 4 FASI DELLA MALATTIA

1) Infezione acuta da HIV

Questa fase è di difficile identificazione per la aspecificità delle manifestazioni; nella forma più manifesta viene definita “ Sindrome simil-mononucleosi infettiva”

2) Stato di infezione asintomatica da HIV
E’ confermata dalla presenza di anticorpi con i comuni test sierologici (Elisa, Western blot).

3) Linfoadenopatia Sistemica (Las)
E’ caratterizzata da ingrossamento dei linfonodi in due o più stazioni extrainguinali per oltre 3 mesi.

4) Fase dell’AIDS
La sintomatologia correlata è rappresentata da febbre o febbricola persistente, calo ponderale, diarrea persistente, neuropatie periferiche. Tipiche sono le infezioni da germi opportunisti.



TRASMISSIONE

Trasmissione per via ematica
La modalità di contagio responsabile della diffusione dell’infezione tra i tossicodipendenti per l’uso promiscuo di siringhe ed aghi contaminati.
Il pericolo di contagio mediante trasfusione in ambito sanitario e stato eliminato grazie agli interventi intrapresi dal 1985:
- lo screening delle unità di sangue.
- il minor ricorso a trasfusioni inutili.
- l'utilizzo dell’autotrasfusione.
- il trattamento con calore degli emoderivati.
- la selezione dei donatori.

Trasmissione per via sessuale
La modalità di trasmissione più diffusa che avviene attraverso lesioni delle mucose genitali che consentono al virus di infettare l’organismo.
Per questo tutte le pratiche sessuali che favoriscono traumi possono provocare un aumento del rischio di trasmissione.

Trasmissione verticale e perinatale
La trasmissione da madre sieropositiva al feto o al neonato può avvenire durante la gravidanza, il parto e l’allattamento.
Il rischio per una donna sieropositiva di trasmettere l’infezione al feto è circa il
20% (10% se viene somministrata la Zidovudina, o AZT, alla madre durante la gravidanza e al neonato per le prime 6 settimane di vita con controlli del bambino nei primi 2 anni di vita).



PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO

- Rapporti sessuali responsabili
- Preservativo
- Maternità assistita per ridurre la trasmissione verticale
- Evitare l’uso comune di oggetti taglienti



TERAPIA

La terapia antiretrovirale ha lo scopo di limitare la moltiplicazione del virus HIV, consentendo la ripresa del sistema immunitario.
Con un trattamento efficace, la carica virale nel sangue (“HIV-RNA”) si riduce progressivamente fino a negativizzarsi.
Ciò non significa che la terapia consenta di eliminare completamente il virus dall’organismo: HIV rimane comunque cronicamente presente, ma, tenuto sotto controllo dai farmaci, ha scarsa possibilità di riprodursi e di creare danni ad organi e tessuti.
Contemporaneamente, le cellule del sistema immunitario (in particolare i linfociti CD4), non più danneggiate dall’azione di HIV, possono riprendere a moltiplicarsi e a svolgere al meglio la propria funzione di difesa dalle infezioni.
Tranne che in casi particolari, vengono adottate, per documentata maggiore efficacia, delle terapie d’associazione costituite da 3-4 farmaci anti-HIV attivi su diverse fasi biologiche del virus.

Oltre alla terapia antiretrovirale, i soggetti HIV-positivi in scadenti condizioni immunitarie (meno di 200/mmc CD4) spesso necessitano profilassi farmacologiche (con antibiotici, antifungini o antivirali) finalizzate alla prevenzione di alcune infezioni opportunistiche (“profilassi primaria” per evitare la nuova insorgenza di una patologia, “profilassi secondaria” per prevenire recidive di un’infezione già presentatasi).
Tali regimi farmacologici, una volta intrapresi, vengono in genere mantenuti fino a restauro di livelli immunitari, stabili, di sicurezza.

I farmaci anti-HIV attualmente in uso comune:
1. Analoghi nucleosidici
2. Inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa
3. Inibitori delle proteasi
4. Inibitori della fusione



VACCINO TAT

Il vaccino Tat di HIV-1, conosciuto anche come il Vaccino AIDS Italiano, è stato sperimentato con successo in studi preclinici e, recentemente, ne sono state confermate sia la sicurezza che l’immunogenicità in sperimentazioni cliniche di Fase I. Sono quindi in allestimento gli Studi di Fase II con il Vaccino HIV-1 Tat, e nuovi studi di fase I con candidati vaccinali basati sulla combinazione della proteina HIV-1 Tat con altri antigeni virali o con microparticelle veicolanti, sia in Italia che in Sudafrica.

(maggiori info: http://www.hiv1tat-vaccines.info)


CAUSE PRINCIPALI DI FALLIMENTO TERAPEUTICO

- Mancata aderenza (compliance) del paziente alla terapia
- Comparsa di tossicità farmacologica
- Insufficiente potenza antivirale
- Resistenza farmacologica

Per migliorare l'aderenza del paziente bisogna assolutamente migliorare la comunicazione:
- Informando adeguatamente il paziente della situazione clinica.
- Concordando un piano terapeutico di facile e pratico.
- Specificando le caratteristiche dei diversi farmaci (effetti collaterali, interazioni con altre sostanze assunte).
- Fornendo indirizzi e disponibilità delle varie associazioni di volontariato.



Nessun commento:

Visitatori

Seguimi su Libero Mobile

Canale Video di PocketStudy