TERAPIA PER VARICI ESOFAGEE SANGUINANTI
Le varici esofagee si formano durante malattie del fegato croniche (Cirrosi epatica) per l’aumento della pressione venosa nel circolo portale; questa condizione causa un rigonfiamento della rete venosa del cardias e dell’esofago: vera e propria via di fuga, che permette al sangue di raggiungere la vena cava superiore evitando il fegato.
Le varici esofagee non danno sintomi, ma possono rompersi dando origine a gravi sanguinamenti, con ematemesi, melena e shock ipovolemico.
La terapia d’urgenza, in corso di emorragia, si basa sull’uso di un palloncino (detto di Sengstaken-Blakemore), che gonfiandosi tampona la fonte di sanguinamento (alternativa: somministrazione per via endovenosa di somatostatina o di glipressina, sostanze che riducono la pressione sanguigna nel circolo splancnico).
Il sondino Sengstaken-Blakemore è composto da 3 o 4 vie:
1) aspirazione gastrica (centrale, adibita al drenaggio, al lavaggio e all’alimentazione)
2) insufflazione del palloncino gastrico
3) insufflazione del palloncino esofageo
4) aspirazione esofagea (solo nel sondino a 4 vie)
Il sondino è particolarmente voluminoso a causa della presenza (anche se sgonfi) dei palloncini di ancoraggio. Ciò, insieme alla scarsa collaborazione del paziente, rende difficoltosa l'introduzione.
Se viene utilizzato un sondino a 3 vie, può essere inserito un sondino nasogastrico per aspirare le secrezioni dell'esofago e del faringe.
Raccomandata la verifica radiografica del posizionamentento.
Dopo aver introdotto il sondino si provvede all'ancoraggio, mediante insufflazione di aria nel palloncino nello stomaco (fino a 25-30 mmHg per palloncino).
Il sondino viene tirato delicatamente per esercitare trazione sul cardias.
Il palloncino dell'esofago ha il principale scopo di evitare il sanguinamento. L'insufflazione di questo palloncino si attua se, con l'irrigazione attraverso il sondino, non si ha il ritorno di liquido limpido.
Controindicazioni della procedura: lesione o rottura esofago.
Consigliato il controllo frequente anche dopo la rimozione del sondino per rischio elevato di emorragia ricorrente.Le varici esofagee si formano durante malattie del fegato croniche (Cirrosi epatica) per l’aumento della pressione venosa nel circolo portale; questa condizione causa un rigonfiamento della rete venosa del cardias e dell’esofago: vera e propria via di fuga, che permette al sangue di raggiungere la vena cava superiore evitando il fegato.
Le varici esofagee non danno sintomi, ma possono rompersi dando origine a gravi sanguinamenti, con ematemesi, melena e shock ipovolemico.
La terapia d’urgenza, in corso di emorragia, si basa sull’uso di un palloncino (detto di Sengstaken-Blakemore), che gonfiandosi tampona la fonte di sanguinamento (alternativa: somministrazione per via endovenosa di somatostatina o di glipressina, sostanze che riducono la pressione sanguigna nel circolo splancnico).
Il sondino Sengstaken-Blakemore è composto da 3 o 4 vie:
1) aspirazione gastrica (centrale, adibita al drenaggio, al lavaggio e all’alimentazione)
2) insufflazione del palloncino gastrico
3) insufflazione del palloncino esofageo
4) aspirazione esofagea (solo nel sondino a 4 vie)
Il sondino è particolarmente voluminoso a causa della presenza (anche se sgonfi) dei palloncini di ancoraggio. Ciò, insieme alla scarsa collaborazione del paziente, rende difficoltosa l'introduzione.
Se viene utilizzato un sondino a 3 vie, può essere inserito un sondino nasogastrico per aspirare le secrezioni dell'esofago e del faringe.
Raccomandata la verifica radiografica del posizionamentento.
Dopo aver introdotto il sondino si provvede all'ancoraggio, mediante insufflazione di aria nel palloncino nello stomaco (fino a 25-30 mmHg per palloncino).
Il sondino viene tirato delicatamente per esercitare trazione sul cardias.
Il palloncino dell'esofago ha il principale scopo di evitare il sanguinamento. L'insufflazione di questo palloncino si attua se, con l'irrigazione attraverso il sondino, non si ha il ritorno di liquido limpido.
Controindicazioni della procedura: lesione o rottura esofago.
Tamponamento con Sonda di Sengstaken-Blakemore (varici esofagee)
o di Linton (varici gastriche):
interrompe temporaneamente l’emorragia ma è associato ad elevata frequenza di risanguinamento post tamponamento.
Va impiegato nei pazienti con sanguinamento massivo non controllabile, non deve superare 12-24 ore. È da considerasi come terapia ponte in attesa di poter eseguire un trattamento definitivo.
COMPITI DELL’INFERMIERE
- Preparazione dell’ambiente;
- Preparazione del paziente;
Posizione del paziente: Semiortopnoica.
- Preparazione del materiale:
Un carrello pulito, lavato e disinfettato;
Sonda di Blakemore monouso;
Un calice con acqua fredda;
Un flacone con olio di vaselina ed un cucchiaio;
Una confezione di pomata lubrificante idrosolubile;
3-4 siringhe da 50cc;
Raccordi metallici di vario calibro;
Raccordo ad Y monouso;
Due tubi di gomma lunghi circa 20cm;
Due sfigmomanometri di cui uno privo di bracciale;
Una doppia palla;
Due pinze di Pean con le branche rivestite di para;
Un pezzetto di gommapiuma;
Un fonendoscopio;
Guanti monouso;
Cerotto;
Forbici;
Garze.
Una traversa;
Fazzoletti di carta;
Una sacca di raccolta graduata, con tubo di collegamento e dispositivo di aggancio;
Vassoio per le cure igieniche parziali;
2-3 bacinelle reniformi grandi;
Un aspiratore di tipo chirurgico, pronto per l’uso.
- Rilievo dei parametri vitali ;
- Collaborazione con il medico;
- Assistenza al paziente;
TECNICA D’ESECUZIONE
Eseguire un lavaggio antisettico delle mani;
Recarsi al letto del paziente con tutto l’occorrente preparato in precedenza;
Rimuovere la sonda dall’involucro e verificarne l’integrità;
Lubrificare la sonda fino all’altezza dei palloncini e porgerla al medico;
Porre il paziente in posizione semiseduta;
Coprirgli il petto con la traversa;
Collaborare con il medico durante l’introduzione della sonda;
Raccordare un siringa alla II via della sonda ed insufflare la quantità necessaria di aria (60cc);
Clampare con una pinza di Pean al di sotto della spia di controllo;
Deconnettere la siringa;
Bloccare la pinza con un cerotto;
Tirare delicatamente la sonda verso l’alto per ancorarla al cardias;
Innestare sulla III via della sonda il raccordo ad Y già corredato dei due tubi di gomma;
Collegare uno dei due tubi allo sfigmomanometro senza bracciale e l’altro alla doppia palla;
Insufflare aria con la doppia palla fino a quando lo sfigmomanometro indica sul manometro la pressione prescritta;
Clampare la III via con l’altra pinza di Pean al di sotto della spia di controllo;
Bloccare la pinza con un giro di cerotto;
Deconnettere il raccordo ad Y dalla via esofagea;
Inserire tra la narice del paziente e la sonda un pezzetto di gommapiuma e fissare il tutto al naso con una striscia di cerotto posto a mo’ di cravatta;
Collaborare con il medico durante lo svuotamento ed il lavaggio dello stomaco;
Raccordare la I via alla sacca di raccolta che va appesa al telaio del letto mediante apposito gancio;
Rilevare i parametri vitali del paziente e monitorarli ogni 30 min;
Verificare che le spie di controllo mantengano lo stato di tensione iniziale;
Sgonfiare il palloncino esofageo per 5-10 min ogni 4-6 ore, se prescritto, o attenersi alle indicazioni mediche. Ciò comunque va fatto per evitare lesioni da decubito;
Aspirare la saliva all’ammalato incosciente ogni 30 min, oppure, se il paziente è cosciente, invitarlo ad eliminarla utilizzando fazzolettini di carta;
RIMOZIONE DELLA SONDA
Il sondino non può essere mantenuto in situ per più di 3 giorni.
Sgonfiare il palloncino esofageo su prescrizione medica;
Rimuovere il cerotto e la gommapiuma;
Spingere la sonda verso l’antro gastrico per decomprimere il cardias;
Fissare il sondino al naso e lasciarlo in situ per 12-24 ore;
Sgonfiare il palloncino gastrico dopo tale periodo;
Somministrare al paziente 2 cucchiai di olio di vasellina in modo che, rimuovendo la sonda, non venga compromessa l’emostasi;
Clampare la sonda al di sopra delle diramazioni;
Collaborare con il medico alla completa rimozione della sonda;
Effettuare un’accurata igiene del cavo orale;
Provvedere alla cura della narice interessata alla postura della sonda;
Riordinare il materiale.
- Preparazione dell’ambiente;
- Preparazione del paziente;
Posizione del paziente: Semiortopnoica.
- Preparazione del materiale:
Un carrello pulito, lavato e disinfettato;
Sonda di Blakemore monouso;
Un calice con acqua fredda;
Un flacone con olio di vaselina ed un cucchiaio;
Una confezione di pomata lubrificante idrosolubile;
3-4 siringhe da 50cc;
Raccordi metallici di vario calibro;
Raccordo ad Y monouso;
Due tubi di gomma lunghi circa 20cm;
Due sfigmomanometri di cui uno privo di bracciale;
Una doppia palla;
Due pinze di Pean con le branche rivestite di para;
Un pezzetto di gommapiuma;
Un fonendoscopio;
Guanti monouso;
Cerotto;
Forbici;
Garze.
Una traversa;
Fazzoletti di carta;
Una sacca di raccolta graduata, con tubo di collegamento e dispositivo di aggancio;
Vassoio per le cure igieniche parziali;
2-3 bacinelle reniformi grandi;
Un aspiratore di tipo chirurgico, pronto per l’uso.
- Rilievo dei parametri vitali ;
- Collaborazione con il medico;
- Assistenza al paziente;
TECNICA D’ESECUZIONE
Eseguire un lavaggio antisettico delle mani;
Recarsi al letto del paziente con tutto l’occorrente preparato in precedenza;
Rimuovere la sonda dall’involucro e verificarne l’integrità;
Lubrificare la sonda fino all’altezza dei palloncini e porgerla al medico;
Porre il paziente in posizione semiseduta;
Coprirgli il petto con la traversa;
Collaborare con il medico durante l’introduzione della sonda;
Raccordare un siringa alla II via della sonda ed insufflare la quantità necessaria di aria (60cc);
Clampare con una pinza di Pean al di sotto della spia di controllo;
Deconnettere la siringa;
Bloccare la pinza con un cerotto;
Tirare delicatamente la sonda verso l’alto per ancorarla al cardias;
Innestare sulla III via della sonda il raccordo ad Y già corredato dei due tubi di gomma;
Collegare uno dei due tubi allo sfigmomanometro senza bracciale e l’altro alla doppia palla;
Insufflare aria con la doppia palla fino a quando lo sfigmomanometro indica sul manometro la pressione prescritta;
Clampare la III via con l’altra pinza di Pean al di sotto della spia di controllo;
Bloccare la pinza con un giro di cerotto;
Deconnettere il raccordo ad Y dalla via esofagea;
Inserire tra la narice del paziente e la sonda un pezzetto di gommapiuma e fissare il tutto al naso con una striscia di cerotto posto a mo’ di cravatta;
Collaborare con il medico durante lo svuotamento ed il lavaggio dello stomaco;
Raccordare la I via alla sacca di raccolta che va appesa al telaio del letto mediante apposito gancio;
Rilevare i parametri vitali del paziente e monitorarli ogni 30 min;
Verificare che le spie di controllo mantengano lo stato di tensione iniziale;
Sgonfiare il palloncino esofageo per 5-10 min ogni 4-6 ore, se prescritto, o attenersi alle indicazioni mediche. Ciò comunque va fatto per evitare lesioni da decubito;
Aspirare la saliva all’ammalato incosciente ogni 30 min, oppure, se il paziente è cosciente, invitarlo ad eliminarla utilizzando fazzolettini di carta;
RIMOZIONE DELLA SONDA
Il sondino non può essere mantenuto in situ per più di 3 giorni.
Sgonfiare il palloncino esofageo su prescrizione medica;
Rimuovere il cerotto e la gommapiuma;
Spingere la sonda verso l’antro gastrico per decomprimere il cardias;
Fissare il sondino al naso e lasciarlo in situ per 12-24 ore;
Sgonfiare il palloncino gastrico dopo tale periodo;
Somministrare al paziente 2 cucchiai di olio di vasellina in modo che, rimuovendo la sonda, non venga compromessa l’emostasi;
Clampare la sonda al di sopra delle diramazioni;
Collaborare con il medico alla completa rimozione della sonda;
Effettuare un’accurata igiene del cavo orale;
Provvedere alla cura della narice interessata alla postura della sonda;
Riordinare il materiale.
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