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Brucellosi

La brucellosi è una malattia degli animali selvatici e domestici, trasmissibile all'uomo (zoonosi).
La caratteristica saliente dell'infezione è la varietà e l’aspecificità dei quadri clinici possibili.


Eziologia
Le Brucelle sono dei piccoli coccobacilli gram- aerobi, mobili e asporigeni, a questo genere appartengono diverse specie: B. mielitensis, B. canis, B.abortus, B. suis, il loro antigene ha una grossa attività endotossica.


Epidemiologia
Il serbatoio animale sicuramente implicato nella trasmissione della zoonosi è piuttosto ampio:
- B. abortus infetta i bovini, bufali e cammelli
- B. mielitensis infetta le capre e gli ovini
- B. canis infetta i cani ed è la causa meno frequente di brucellosi umana.

Nell'animale la brucellosi è un'infezione cronica che può persistere per tutta la vita.
Le conseguenze più comuni per l'animale infetto sono la sterilità e l'aborto, dovute all'infezione degli apparati riproduttivi di entrambi i sessi.
Un animale affetto da brucellosi elimina elevate quantità di germi con le urine, con il materiale abortivo e, soprattutto, con il latte.
L’uomo s’infetta tramite il contatto diretto con carcasse di animali infetti o tramite l’ingestione di latte o latticini contaminati o non pastorizzati.


Patogenesi
Il bacillo penetra nell'organismo attraverso la cute abrasa o la congiuntiva (contatto diretto con animali infetti), le vie aeree superiori (lavoratori dei mattatoi) e le mucose dell'apparato digerente (ingestione di alimenti contaminati).
I bacilli colonizzano i linfonodi regionali e da qui disseminano attraverso una fase ematogena a tutti gli elementi del cosiddetto sistema reticolo-endoteliale (milza, linfonodi, midollo osseo, fegato), simile alla febbre tifoide.
Le Brucella hanno la capacità di sintetizzare un enzima, in grado di proteggere il germe dalla lisi ossidativa intracellulare.
La risposta umorale alla brucellosi, è caratterizzata da un'iniziale sintesi di IgM specifiche, seguita dopo 6-14 giorni, dallo "switcW' verso le IgG, queste ultime si negativizzano di regola nell'arco di qualche mese durante la convalescenza.
La guarigione della malattia è dovuta allo sviluppo di una forte immunità cellulo-mediata specifica, con reclutamento di linfociti T specificamente attivati che sintetizzano linfochine, a loro volta implicate nell'attivazione dei meccanismi battericidi dei macrofagi.
Lo sviluppo dell’ipersensibilità ritardata specifica favorisce la formazione di granulomi, importanti per limitare la diffusione dell'infezione, e conferisce, insieme all'immunità umorale specifica, un certo grado di protezione contro le reinfezioni.


Clinica
Il periodo di incubazione varia da 2 a 8 settimane dal contagio; l'infezione è sistemica, e può coinvolgere numerosi apparati.
L’esordio clinico può essere insidioso (nella metà circa dei casi) oppure brusco; i sintomi all'esordio sono poco specifici, è costante la febbre, tipo ricorrente o ondulante spesso elevata, e i sintomi costituzionali (anoressia, malessere, cefalea, dolori diffusi al rachide), la sudorazione maleodorante è un reperto piuttosto specifico benché incostante.
E singolarmente frequente il riscontro di una sindrome depressiva di accompagnamento, tipicamente sproporzionata rispetto alla severità del quadro clinico.

Apparato digerente:
dolore addominale, diarrea o stipsi, iperemia di mucosa intestinale e l'iperplasia delle placche del Peyer.

Apparato scheletrico:
artriti, spondiliti, osteoliti, sacroileite.

Apparato cardiaco:
l’endocardite da Brucella è rara (2% dei casi) costituisce la causa più frequente di morte per brucellosi.

Apparato polmonare:
può andare da un quadro di tracheobronchite a polmonite alveolare, ascesso polmonare, formazione di noduli polmonari.

Apparato neurologico:
meningite, encefalite, neuropatia periferica o psicosi, (5% circa dei pazienti)


Diagnosi
Data l’aspecificità dei quadro clinici, l'anamnesi epidemiologica riveste particolare importanza in un caso di sospetta brucellosi; si dovrà reperire i contatti con animali e il consumo di alimenti sospetti (formaggi freschi!).
Le comuni indagini chimiche sono di scarso ausilio, gli indici di flogosi sono elevati, la diagnosi microbiologica si basa sull'isolamento del germe, di solito prelevato da sangue midollare o da altri dotti biologici.
La migliore sensibilità si ha con la coltura, data la localizzazione intracellulare delle Brucelle.


Terapia e profilassi
Nell'adulto e nel bambino di età superiore a 8 anni: doxiclina per os per 6 settimane e gentamicina endovena per 14 giorni.
Nel bambino di età inferiore agli 8 anni cotrimossazolo e gentamicina.



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