Gli anticorpi sono delle glicoproteine ed appartengono alla famiglia delle globulina.
Nel linguaggio corrente i termini anticorpi, gammaglobuline o immunoglobuline sono diventati sinonimi.
Classificazione immunologica
Gli anticorpi si classificano in base alla loro origine:
Anticorpi naturali
Sono presenti, in apparenza, senza stimolo antigenico, ciò è errato in quanto lo stimolo esiste però non si sa quando è avvenuto (sistema AB0).
Gli anticorpi naturali (IgM) sono detti anche freddi, perché reagiscono bene sia a 0°C che a 4°C che a temperatura ambiente.
Anticorpi immuni
Sono quelli che si formano in risposta ad uno stimolo noto da parte del corrispondente antigene, come quello dovuto ad uno gravidanza.
Il processo di formazione di questi anticorpi è detto immunizzazione, se tale processo è dato dall’introduzione di un’antigene proveniente dalla stessa specie, è detto allo-immunizzazione.
Immunizzazione
Diciamo subito che la capacità di un antigene di stimolare la risposta di anticorpi dipende da due cose:
- dalla antigenicità intrinseca
(ad es. un B è un buon antigene in tutte le persone di gruppo 0 o A).
- dalle diversità individuali tra soggetti dello stesso gruppo sanguigno che ricevono la stessa dose di antigene.
(ad es. alcune persone di gruppo A se stimolate da una iniezione di cellule B possono avere un aumento dell’anti B pari a quattro volte quello normale, mentre altri rispondono alla stessa dose con un aumento 100 volte superiore).
È noto che la capacità di rispondere ad uno stimolo antigenico è sotto il controllo genetico e dal fatto che il soggetto abbia o non abbia ricevuto in precedenza l’introduzione dello stesso antigene.
La prima dose dell’antigene è nota come dose primaria e la risposta è in genere lenta e debole.
La seconda dose porta ad una risposta più forte, con una produzione elevata di anticorpi.
Gli anticorpi, una volta prodotti, rimangono in circolo per molto tempo, questo permette meno rischi nell’eventualità che ci sia il bisogno di altre trasfusioni, in quanto gli anticorpi vengono visti nel momento del confronto diretto, ciò ci permette di selezionare sangue compatibile.
Struttura base
Le immunoglobuline presentano una struttura simmetrica costituita da due catene polipeptidiche definite catene pesanti (H) e da due catene polipeptidiche definite catene leggere (L) legate tra loro da ponti disolfuro e da legami non covalenti (la struttura di base dell’anticorpo è definita monomero).
Nella parte terminale,ogni molecola anticorpale possiede due porzioni,detti siti anticorpali ai quali si lega l’antigene, (ogni sito è composto da una catena H e una catena L).
Le immunoglobuline
Nell’uomo esistono cinque classi di immunoglobuline ognuna delle quali ha una struttura diversa e con ruolo biologico ben definito.
IgM
è un anticorpo dotato di una grande avidità di legame nei confronti dell’antigene, ha infati 10 siti combinatori, ha inoltre una grande capacità di attivare il complemento, quindi questo tipo di immunoglobuline sono più attive nei fenomeni d’agglutinazione e d’attivazione del complemento.
Nel feto sono prodotte ha bassi dosaggi negli ultimi mesi di vita intrauterina.
Si dividono in:
Monomeriche, che sono presenti sulla membrana dei linfociti B.
Pentameriche che si trovano nel siero.
IgD
la presenza di queste immunoglobuline sulla membrana dei linfociti B non attivi, è molto importante come recettore per l’antigene. Sono solo 1% di quelle circolanti, la loro comparsa segna il passaggio dei linfociti B da immaturi a maturi.
IgG
queste immunoglobuline si dividono in sottoclassi da 1 a 4, costituisce la principale componente delle immunoglobuline del siero. Hanno diverse funzioni biologiche quali:
- il passaggio attraverso la placenta:
alla nascita sono prevalentemente di origine materna,si abbassano quando comincia l’attivazione anticorpale del bambino.
- l’attivazione del complemento
lo attivano per la via classica l’unica che non è in grado di farlo è la IgG4.
- la possibilità di fissarsi a recettori
grazie a questa proprietà si legano ad un gran numero di cellule, importante è il legame con i granulociti neutrofili e i macrofagi che permette l’innesco dei fenomeni di fagocitosi e distruzione.
IgA
rappresentano la seconda classe delle immunoglobuline circolanti e sono quelle predominanti nelle secrezioni e a livello delle mucose del tratto bronchiale e digerente, impedendo l’aderenza dei microrganismi all’epitelio della mucosa.
IgE
sono state scoperte studiando anticorpi nel siero di soggetti allergici, una volta prodotte si legano ai recettori dei mastociti e dei basofili, in seguito al secondo contatto con l’antigene si aggregano e danno inizio ad un processo, detto degranulazione, mediante i quali si liberano i mediatori chimici, tra cui l’istamina.
Reazione Antigene-Anticorpo
La combinazione è specifica, dato che un antigene reagirà con un determinato anticorpo e non con un altro, le reazioni osservabili sono:
La precipitazione
Quando un antigene è solubile, il contatto con il corrispondente anticorpo causa spesso la precipitazione del complesso antigene-anticorpo.
L’agglutinazione
Se gli antigeni sono cellulari (cellule ematiche, batteri) il contatto con l’anticorpo porta ad aggregazione o agglutinazione delle cellule che contengono l’antigene.
L’agglutinazione degli eritrociti avviene in due stadi:
- Primo stadio
Le agglutine sieriche si attaccano agli agglutinanti sulla superficie eritrocita,abbiamo così un eritrocita sensibilizzato.
- Secondo stadio
Avviene l’agglutinazione degli eritrociti sensibilizzati.
Emolisi
L’anticorpo, a volte, può portare alla rottura delle cellule. Alcune emolisine, dono della specificità del gruppo ematico, reagiscono con l’eritrocita venuto in contatto con l’antigene e così avviene l’emolisi. Si ha cosi una liberazione degli eritrociti da emoglobina.
Introdotto l’antigene si ha una risposta immunitaria ed una serie di reazioni che sono:
- Risposta primaria
consiste nella formazione di anticorpi di tipo IgM dopo un po’ và a scemare e abiamo una conversione verso le IgG
- Risposta secondaria
Viene dopo la primaria e c’è un’aggravamento
- Risposta anamnestica
L'organismo riconosce per la seconda volta l’antigene ed ha una risposta violenta.
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