CALCOLOSI DELLA COLICISTI
Concrezione (aggregazione) di una o più sostanze normalmente presenti nella bile (sali biliari, sali minerali, fosfolipidi, colesterolo).
In base alla loro composizione, possiamo avere:
- calcoli di colesterolo puro, in genere unici, grandi, radiotrasparente
- calcoli pigmentari puri, piccoli, molli, rotondi
- calcoli misti, sfaccettati, multipli (più frequenti e costituiti soprattutto da colesterolo, misto a sali di calcio, sali biliari, acidi grassi e fosfolipidi in proporzioni variabili)
Cause
-Alterazione dei normali rapporti fra i componenti biliari (sali biliari e colesterolo) .
- Alterazione della mucosa e della muscolatura della colecisti diminuzione della motilità con aumento della permanenza della bile nella colecisti.
- Infezioni
Segni e sintomi
Possono mancare del tutto o essere lievi e vaghi:
- dolenzia all’ipocondrio destro
- digestione lenta
- nausea
- peso post prandiale
Oppure dolori fortissimi tipici della colica biliare:
- ad insorgenza improvvisa
- localizzati all’ipocondrio destro
- con irradiazione alla spalla dx
- accompagnati da vomito
Altri sintomi:
- febbre elevata in caso di infiammazione
- dolore a tutto l’addome
- ittero franco in caso di ostruzione del coledoco, da parte di un calcolo, con urine ipercromiche, color marsala, e feci ipocoliche o acoliche
Indagini diagnostiche
1) esami ematochimici
- fosfatasi alcalina, molto elevata nelle calcolosi
- colesterolemia, aumentata
- bilirubina totale e frazionata, l’aumento della totale ed in particolare di quella direta è segno di compromisione delle vie biliari
- amilasemia, se aumenta vuol dire che c’è sofferenza pancreatica
- leucocitosi, se è alta c’è infiammazione
- test di funzionalità epatica, indicano eventuali alterazioni del parenchima oltre la calcolosi
2) esami radiologici
- rx diretta epatica
- colecistografia con mezzo di contrasto iodato per os > ormai superato con l’ecografia
- colecistocolangiografia, se c’è stato anche solo un subittero o, comunque , se si sospetta l’interessamento delle vie biliari
- ecografia
Terapia medica
Si basa sulla somministrazione di acidi biliari che servono a ristabilire la proporzione ottimale con il colesterolo procurando così la lenta disintegrazione delle concrezioni.
Limitazioni della terapia:
- efficace solo sui calcoli di massimo 6 mm, ad alto contenuto di colesterolo
- tempo di trattamento molto lungo
- recidivano dopo la sospensione della terapia
Terapia chirurgica
Colecistectomia
COLECISTECTOMIA per via laparoscopica
Colecistectomia per Calcolosi della colecisti e Mioma
Assistenza Pre operatoria
Purga o clistere evacuativo il giorno precedente l’intervento
Assistenza Giorno dell’intervento
- Tricotomia
- Sondino naso gastrico
- Ago cannula lato sinistro
Assistenza immediato Post operatorio
Controllo sutura e medicazione
Drenaggi e cateteri
1 tubo silicone ch 16 o 24 a richiesta
Degenza prevista
4 giorni (laparoscopia) secondo l'intervento se è open
Tempo operatorio medio
1 ora
ASSISTENZA AL PAZIENTE CON COLICA BILIARE – FASE ACUTA
Superare la fase acuta della malattia (dolore, vomito e febbre) e prevenire la filtrazione della colecisti con conseguente peritonite biliare o settica.
Intervento
- riposo a letto
- sospendere l’alimentazione, far bere solo acqua o thè
- se il vomito è incoercibile mettere un sng
- eseguire la terapia medica che in genere consiste in:
- liquidi per via endovenosa sia per idratare che per disintossicare
- antispastici in flebo
- antibiotici e borsa di ghiaccio sull’ipocondrio dx, solo se c’è anche colecistite
Non fare accertamenti radiologici se prima non passa la fase acuta – il dotto cistico è infiammato e non passerebbe nessun mezzo di contrasto.
ASSISTENZA AL PAZIENTE CON CALCOLOSI DELLA COLECISTI
1) Fase pre operatoria
Fare in modo che giunga in camera operatoria nelle migliori condizioni per affrontare l’anestesia e l’intervento con il minor rischio possibile
Intervento:
Il giorno prima dell’intervento
- avvertire il paziente
- controllare la cartella clinica che sia completa di tutti gli accertamenti,
- esami ematochimici, coagulazione, markers virali, ECG, Rx torace
- anestesista
- consenso all’intervento (deve farlo il chirurgo)
- visite specialistiche ( internista, cardiologo, PFR)
- esami radiologici specifici (ecografia, TAC, RMN, ...)
- praticare pulizia intestinale
- far fare bagno di pulizia o doccia con detergente antisettico
- somm.re cena leggera e digiuno dalla mezzanotte
- favorire un sonno tranquillo
- spiegare al paziente l’intervento operatorio in che cosa consiste e chiarire con competenza, tranquillizzandolo, tutti i dubbi e le incertezze relative all’atto operatorio
La mattina dell’intervento
- controllare i parametri vitali
- praticare la tricotomia e controllare la zona dell’intervento
- far svuotare la vescica
- togliere eventuali protesi
- i valori personali consegnarli ad un parente o, ove non fosse presente, chiuderli in una busta chiusa controfirmata dal paziente, da riconsegnarla dopo l'intervento quando il paziente sia cosciente
2) In sala operatoria a cura degli infermieri di sala e nella fase post operatoria
Favorire un risveglio sereno e rapido dall’anestesia, prevenendo le complicazioni post operatorie e favorendo una guarigione rapida e completa.
Intervento:
- trasferire il paziente dalla barella al letto, precedentemente preparato
- ispezionare la zona operatoria e, se c’è un drenaggio, verificarne il funzionamento ed il contenuto (quantità, qualità e caratteristiche del liquido)
- prendere atto delle prescrizioni scritte in cartella, relative alla terapia dell’anestesista (liquidi, antibiotici, controlli ematici, terapia O2, ... ) e praticarla e del chirurgo
- applicare quindi ossigenoterapia
- controllare i parametri ed osservare in modo particolare la validità del respiro e la ossigenazione delle mucose e delle estremità
- effettuare una mobilizzazione precoce nel letto: semiseduto appena sveglio
- stimolare a tossire ed espettorare per evitare complicazioni polmonari; esercizi: gonfiare i palloncini
- il giorno dopo in piedi
- antibioticoterapia: Pre e post
- dieta in 1a giornata idrica, alla dimissione leggera, priva di grassi
- mantenere la ferita coperta
- togliere l’eventuale drenaggio a caduta in 1a giornata
- rimuovere i punti in 6a – 7a giornata
- dimissione in 2a giornata
Fare in modo che lo stomaco ed il duodeno siano detersi per evitare un reflusso del contenuto duodenale nel coledoco e da questo all’esterno attraverso il tubo di Kehr ( drenaggio a T di Kehr) e evitare uno squilibrio elettrolitico
Intervento:
- applicare un sng
- controllare con esattezza la quantità di liquidi eliminati (ristagno gastrico e bile) e riferire
- reintegrare le perdite come quantità e qualità
- favorire la canalizzazione
- togliere il sng dopo la canalizzazione
- ritardare l’inizio dell’alimentazione di 2 gg > 5a giornata
- chiudere il tubo di Kehr dopo 6-7 gg, ad intermittenza per i primi due giorni; chiuderlo definitivamente dopo tale periodo se non insorgono disturbi, e toglierlo dopo un mese circa, dopo aver praticato un esame con contrasto di controllo attraverso il tubo stesso.
Concrezione (aggregazione) di una o più sostanze normalmente presenti nella bile (sali biliari, sali minerali, fosfolipidi, colesterolo).
In base alla loro composizione, possiamo avere:
- calcoli di colesterolo puro, in genere unici, grandi, radiotrasparente
- calcoli pigmentari puri, piccoli, molli, rotondi
- calcoli misti, sfaccettati, multipli (più frequenti e costituiti soprattutto da colesterolo, misto a sali di calcio, sali biliari, acidi grassi e fosfolipidi in proporzioni variabili)
Cause
-Alterazione dei normali rapporti fra i componenti biliari (sali biliari e colesterolo) .
- Alterazione della mucosa e della muscolatura della colecisti diminuzione della motilità con aumento della permanenza della bile nella colecisti.
- Infezioni
Segni e sintomi
Possono mancare del tutto o essere lievi e vaghi:
- dolenzia all’ipocondrio destro
- digestione lenta
- nausea
- peso post prandiale
Oppure dolori fortissimi tipici della colica biliare:
- ad insorgenza improvvisa
- localizzati all’ipocondrio destro
- con irradiazione alla spalla dx
- accompagnati da vomito
Altri sintomi:
- febbre elevata in caso di infiammazione
- dolore a tutto l’addome
- ittero franco in caso di ostruzione del coledoco, da parte di un calcolo, con urine ipercromiche, color marsala, e feci ipocoliche o acoliche
Indagini diagnostiche
1) esami ematochimici
- fosfatasi alcalina, molto elevata nelle calcolosi
- colesterolemia, aumentata
- bilirubina totale e frazionata, l’aumento della totale ed in particolare di quella direta è segno di compromisione delle vie biliari
- amilasemia, se aumenta vuol dire che c’è sofferenza pancreatica
- leucocitosi, se è alta c’è infiammazione
- test di funzionalità epatica, indicano eventuali alterazioni del parenchima oltre la calcolosi
2) esami radiologici
- rx diretta epatica
- colecistografia con mezzo di contrasto iodato per os > ormai superato con l’ecografia
- colecistocolangiografia, se c’è stato anche solo un subittero o, comunque , se si sospetta l’interessamento delle vie biliari
- ecografia
Terapia medica
Si basa sulla somministrazione di acidi biliari che servono a ristabilire la proporzione ottimale con il colesterolo procurando così la lenta disintegrazione delle concrezioni.
Limitazioni della terapia:
- efficace solo sui calcoli di massimo 6 mm, ad alto contenuto di colesterolo
- tempo di trattamento molto lungo
- recidivano dopo la sospensione della terapia
Terapia chirurgica
Colecistectomia
COLECISTECTOMIA per via laparoscopica
Colecistectomia per Calcolosi della colecisti e Mioma
Assistenza Pre operatoria
Purga o clistere evacuativo il giorno precedente l’intervento
Assistenza Giorno dell’intervento
- Tricotomia
- Sondino naso gastrico
- Ago cannula lato sinistro
Assistenza immediato Post operatorio
Controllo sutura e medicazione
Drenaggi e cateteri
1 tubo silicone ch 16 o 24 a richiesta
Degenza prevista
4 giorni (laparoscopia) secondo l'intervento se è open
Tempo operatorio medio
1 ora
ASSISTENZA AL PAZIENTE CON COLICA BILIARE – FASE ACUTA
Superare la fase acuta della malattia (dolore, vomito e febbre) e prevenire la filtrazione della colecisti con conseguente peritonite biliare o settica.
Intervento
- riposo a letto
- sospendere l’alimentazione, far bere solo acqua o thè
- se il vomito è incoercibile mettere un sng
- eseguire la terapia medica che in genere consiste in:
- liquidi per via endovenosa sia per idratare che per disintossicare
- antispastici in flebo
- antibiotici e borsa di ghiaccio sull’ipocondrio dx, solo se c’è anche colecistite
Non fare accertamenti radiologici se prima non passa la fase acuta – il dotto cistico è infiammato e non passerebbe nessun mezzo di contrasto.
ASSISTENZA AL PAZIENTE CON CALCOLOSI DELLA COLECISTI
1) Fase pre operatoria
Fare in modo che giunga in camera operatoria nelle migliori condizioni per affrontare l’anestesia e l’intervento con il minor rischio possibile
Intervento:
Il giorno prima dell’intervento
- avvertire il paziente
- controllare la cartella clinica che sia completa di tutti gli accertamenti,
- esami ematochimici, coagulazione, markers virali, ECG, Rx torace
- anestesista
- consenso all’intervento (deve farlo il chirurgo)
- visite specialistiche ( internista, cardiologo, PFR)
- esami radiologici specifici (ecografia, TAC, RMN, ...)
- praticare pulizia intestinale
- far fare bagno di pulizia o doccia con detergente antisettico
- somm.re cena leggera e digiuno dalla mezzanotte
- favorire un sonno tranquillo
- spiegare al paziente l’intervento operatorio in che cosa consiste e chiarire con competenza, tranquillizzandolo, tutti i dubbi e le incertezze relative all’atto operatorio
La mattina dell’intervento
- controllare i parametri vitali
- praticare la tricotomia e controllare la zona dell’intervento
- far svuotare la vescica
- togliere eventuali protesi
- i valori personali consegnarli ad un parente o, ove non fosse presente, chiuderli in una busta chiusa controfirmata dal paziente, da riconsegnarla dopo l'intervento quando il paziente sia cosciente
2) In sala operatoria a cura degli infermieri di sala e nella fase post operatoria
Favorire un risveglio sereno e rapido dall’anestesia, prevenendo le complicazioni post operatorie e favorendo una guarigione rapida e completa.
Intervento:
- trasferire il paziente dalla barella al letto, precedentemente preparato
- ispezionare la zona operatoria e, se c’è un drenaggio, verificarne il funzionamento ed il contenuto (quantità, qualità e caratteristiche del liquido)
- prendere atto delle prescrizioni scritte in cartella, relative alla terapia dell’anestesista (liquidi, antibiotici, controlli ematici, terapia O2, ... ) e praticarla e del chirurgo
- applicare quindi ossigenoterapia
- controllare i parametri ed osservare in modo particolare la validità del respiro e la ossigenazione delle mucose e delle estremità
- effettuare una mobilizzazione precoce nel letto: semiseduto appena sveglio
- stimolare a tossire ed espettorare per evitare complicazioni polmonari; esercizi: gonfiare i palloncini
- il giorno dopo in piedi
- antibioticoterapia: Pre e post
- dieta in 1a giornata idrica, alla dimissione leggera, priva di grassi
- mantenere la ferita coperta
- togliere l’eventuale drenaggio a caduta in 1a giornata
- rimuovere i punti in 6a – 7a giornata
- dimissione in 2a giornata
Fare in modo che lo stomaco ed il duodeno siano detersi per evitare un reflusso del contenuto duodenale nel coledoco e da questo all’esterno attraverso il tubo di Kehr ( drenaggio a T di Kehr) e evitare uno squilibrio elettrolitico
Intervento:
- applicare un sng
- controllare con esattezza la quantità di liquidi eliminati (ristagno gastrico e bile) e riferire
- reintegrare le perdite come quantità e qualità
- favorire la canalizzazione
- togliere il sng dopo la canalizzazione
- ritardare l’inizio dell’alimentazione di 2 gg > 5a giornata
- chiudere il tubo di Kehr dopo 6-7 gg, ad intermittenza per i primi due giorni; chiuderlo definitivamente dopo tale periodo se non insorgono disturbi, e toglierlo dopo un mese circa, dopo aver praticato un esame con contrasto di controllo attraverso il tubo stesso.
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