Disturbo caratterizzato da:
- Percezione alterata dell'immagine corporea.
- Paura morbosa, dell'obesità.
- Rifiuto di mantenere un peso corporeo ai minimi normali.
L'eziologia è sconosciuta, ma l'esordio adolescienziale (tipicamente ragazze) riporta problematiche tipiche dell'età associate a fattori:
- Individuali psicologici (come bassi livelli di autostima).
- Familiari (come relazioni familiari disturbate).
- Culturali e sociali (come problemi di adattamento).
“Con questa bizzarra modalità di controllo del proprio corpo e delle proprie funzioni esse tentano disperatamente di raggiungere l'autonomia e il senso della propria identità”
Il tasso di mortalità varia dal 10 al 20%.
Segni e sintomi
Le caratteristiche cliniche si possono dividere in 3 fasi:
1) Prima
L'esordio è in genere caratterizzato da un comportamento scarsamente consapevole di preoccupazione del proprio aspetto fisico, (sviluppo puberale).
Si caratterizza con situazioni di sovrappeso o di mancanza di piacere nel proprio aspetto fisico, si inizia così un regime dietetico ed una intensa attività fisica.
2) Seconda
In questa fase (che può durare anche anni), il regime dietetico si fa sempre più intenso, l'attività fisica aumenta e si inizia l'uso di diuretici, lassattivi e la negazione della fame. Compaiono anche i primi sintomi come l'amenorrea (assenza di mestruazioni).
3) Terza
Inizia con un aumento progressivo della disabilità e con gli impulsi iperfagici (responsabili delle abbuffate seguite dal vomito).
I sintomi psichiatrici più frequenti sono:
- Alterazioni dell'umore con irritabilità.
- Sindromi ossessive compulsive.
- Condotte autolesive.
Diagnosi secondo DSM-IV-TR
Per fare diagnosi, il DSM indica 4 criteri:
1) Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra della norma o al minimo normale.
2) Intensa paura di acquistare peso (anche se si è sottopeso).
3) Alterazioni nella percezione del soggetto rispetto al suo peso e alla forma del corpo.
4) Assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi.
Terapia
Spesso è utile la gestione congiunta da parte del medico di famiglia e di uno psichiatra ed è cosa saggia la consulenza o l'invio a uno specialista in disturbi del comportamento alimentare.
- Prima Fase di Trattamento
Intervento a breve termine per ristabilire il peso corporeo e salvare la vita
- Seconda Fase di Trattamento
Terapia a lungo termine per migliorare il funzionamento psicologico e prevenire le ricadute.
BULIMIA NERVOSA
Disturbo caratterizzato da episodi ricorrenti (almeno due volte a settimana) di abbuffate compulsive seguite da sforzi compensatori incongrui per evitare l'aumento di peso (come il vomito autoindotto, l'abuso di diuretici o lassativi, l'esercizio fisico eccessivo oppure i digiuni).
La bulimia nervosa, come l'anoressia nervosa, colpisce principalmente donne giovani. A differenza delle pazienti con anoressia nervosa, tuttavia, quelle con bulimia nervosa hanno di solito un peso normale. Circa l'1-3% delle donne in età giovanile è affetto da bulimia nervosa (una quota simile è affetta da varianti lievi del disturbo).
La causa è da ricercare in fattori biologici sociali e psicologici.
In alcuni studi è stato evidenziato ed ipotizzato che ci sia una alterazione delle endorfine o una riduzione della noradrenalina.
Sull'aspetto psicologico vivono un rapporto con la madre di grande conflitto con un senso di inadeguatezza e di inferiorità verso gli altri.
Segni e sintomi
Sono in genere in condizioni di normopeso, si preoccupano di non riuscire a controllare l'abbuffata di cibo, che le lascia cariche di vergogna e sensi di colpa. L'ingestione è in genere caotica, compulsiva e avvine in generein solitudine.
Le abbuffate si presentano in genere quotidianamente più volte nella giornata.
La sensazione dopo l'abbuffata è di liberazione in cui segue uno stato depressivo, senso di fallimento e rabbia.
Diagnosi DSM-IV-TR
Per fare diagnosi, il DSM indica 4 criteri:
1) Abbuffata con sensazione di perdere il controllo.
2) Ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l'aumento di peso.
3) Abbuffate e condotte nella media di 2 volte a settimana da almeno 3 mesi.
4) Livelli di autostima influenzati dal peso corporeo e dalla forma.
Terapia
I due approcci al trattamento sono la psicoterapia (cognitivo-comportamentale o interpersonale) e l'uso di antidepressivi.
La psicoterapia viene di solito condotta in circa 15-20 sedute individuali per 4-6 mesi e sembra avere benefici a breve e a lungo termine.
Gli antidepressivi possono giovare anche in assenza di depressione, ma l'associazione di terapia cognitivo-comportamentale e antidepressivi è superiore a ciascuno dei due metodi da solo.
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