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Comportamento aggressivo e crisi di agitazione

Il termine "aggressività" indica sia il comportamento finalizzato all’adattamento dell’uomo, in modo attivo, creativo e disponibile, al mondo che lo circonda, sia il comportamento violento inteso come aggressività fisica verso un essere umano con l’intenzione di fare del male.

Per tutta la vita, le reazioni che si osservano da bambino (piangere sgambettare urlare) a quando si è adulti (autista che brontola per il traffico) sono l’espressione quotidiana di reazioni aggressive che ubbidiscono al meccanismo: Frustrazione-Aggressività.

In senso stretto le insoddisfazioni o le frustrazioni che generano da bisogni non soddisfatti generano reazioni aggressive.


Modi di esprime l’aggressività

Si manifestano attraverso Forme:

1) EVIDENTI
Si presentano sotto forma di:
- Comportamento aggressivo o distruttivo (colpi, rottura di oggetti)
- Agitazione (frequente in psichiatria) che sono l’espressione di domande o desideri, che traducono uno stato di sofferenza
- Violenza verbale (insulti, minacce)
- Atteggiamento negativo si presenta come negazione o opposizione nel parlare, nel mangiare, si può esprimere come atteggiamento di disprezzo verso gli altri

2) SIMBOLICHE O SOSTITUTIVE
- Atteggiamenti sarcastici
- Ridicolizzare gli altri
- Senso di colpa (aggressività inibita)
- Depressione fino al bisogno di morire


Aspetti da considerare nei soggetti aggressivi

- L’ambiente
Non deve essere eccitante, povero di stimoli e mai mettere il paziente in situazioni di competizione, avere locali tranquilli senza rumori e ricordarsi sempre che l’aggressività genera aggressività, perciò gestire le situazioni di restrizione della libertà (avvolte inevitabili) con tatto e cautela.

- L’azione interpersonale e il rapporto terapeutico
Il malato aggressivo ha bisogno di persone intorno a se, persone che lo accettino per quello che è, deve poter esprimere la sua aggressività in un ambiente tranquillo. La comunicazione deve tenere conto della fragilità della sua attenzione, della sua instabilità, perciò non conviene fornire delle spiegazioni laboriose e neanche dare ordini in modo autoritario. Il malato deve potersi permettere la libertà di espressione senza avere la stessa in cambio, egli impara con il tempo a fare un autoanalisi del suo comportamento e a correggersi.


Assistenza infermieristica

Il primo, importante passo è rappresentato dalla conquista della fiducia del paziente, con l’instaurazione di un buon clima emotivo in cui stare bene insieme, fidarsi, parlare, creare un’empatia, al fine di costruire una valida alleanza terapeutica.

1) Coerenza tra pensiero ed azione dell’operatore 
2) Coerenza tra quanto si promette e quanto si è in grado di mantenere.
3) Coerenza tra quanto l’operatore pensa e sente: i gesti, la mimica, il tono della voce devono essere in armonia con il contenuto del discorso.
4) Competenza (occorre sapere quando e come intervenire e, soprattutto, quando astenersi dall’intervenire).


È importante quindi:

1) La individuazione dei fattori premonitori, come l’ostilità, l’ansietà, l’apprensione, la rabbia, l’impulsività, l’agitazione, la paura, le allucinazioni, la confusione, i comportamenti di minaccia, la scarsa compliance terapeutica.

2) La prevenzione delle manifestazioni aggressive, con una buona comunicazione tra èquipe e pazienti, una buona alleanza terapeutica e un clima positivo che favorisca la comunicazione riguardante gli episodi di aggressività.

Per prevenire manifestazioni aggressive è importante:
Quando ci si trova davanti ad un paziente non conosciuto la prevenzione può essere più difficile e talvolta, nelle sedi opportune, si dovrà ricorrere ad interventi mirati, affinché il malato non sia pericoloso per sé o per gli altri e soltanto fino a che non sia possibile risolvere la crisi con altri mezzi. 
È importante, in situazioni di aggressività, non mostrarsi spaventati e mantenere un atteggiamento tranquillo e padrone della situazione, riducendo il rischio che la stessa possa manifestarsi in forme particolarmente violente.

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