DISTRETTO
Nel nuovo assetto delineato dalle recenti riforme del SSN e dal PSN 1998-2000, il concetto di distretto è profondamente modificato, con il passaggio dalla “concezione strutturale” del distretto, prevista dalla legge n. 833/78, quale mero contenitore di servizi, a quella “funzionale”, come sistema organico integrato di parti che interagiscono per realizzare una finalità.
Oggi, il Distretto è la struttura operativa mediante cui l’Azienda per i Servizi Sanitari ( A.S.S.) assicura una risposta unitaria coordinata e continuativa ai bisogni di salute della popolazione di un dato territorio.
Il distretto è titolare dello stato di salute della popolazione e assicura, attraverso i propri operatori ed in particolare attraverso i medici di medicina generale (MMG) ed i pediatri di libera scelta (PLS), i servizi di assistenza primaria relativi alle attività sanitarie e socio-sanitarie.
Si indirizza verso un’efficace politica di governo della domanda e di valutazione delle prestazioni erogate alla popolazione di riferimento.
Analizza la domanda ed orienta la stessa garantendo continuità terapeutica, indipendentemente dai diversi luoghi di trattamento.
Il Distretto Sanitario costituisce, per l'utente, il centro di riferimento per l'accesso a tutti i Servizi socio Sanitari e il luogo di integrazione di tutti i servizi territoriali.
Distretto assicura i servizi di assistenza primaria, relativi alle attività sanitarie e sociosanitarie, nonchè il coordinamento delle proprie attività con quelle dei dipartimenti e dei servizi aziendali, inclusi i presidi ospedalieri, inserendole organicamente nel programma delle attività territoriali.
Il Distretto è dotato di autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria, con contabilità separata all' interno del bilancio dell' unità sanitaria locale.
Il Distretto assume quindi ruolo strategico:
- nella ricerca sistematica e strutturata di prestazioni e servizi efficaci;
- nella ottimizzazione del rapporto efficacia costi;
- nella esplicitazione, a risorse insufficienti, della ricerca delle priorità sociali.
Funzioni del Distretto
1) Produttore di prestazioni di assistenza primaria:
- organizzazione dipartimentale
- coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta
- programmi ed attività intersettoriali (enti locali)
2) Coordinamento ed integrazione delle attività dei servizi e dei dipartimenti dell’azienda USL:
- distretto coordina i diversi servizi coinvolti al fine di garantire la continuità assistenziale
- organizza l’accesso dei cittadini a tutte le prestazioni ed i servizi,
- valorizza l’integrazione tra i servizi e la rete sociale di solidarietà.
3) Governo della domanda di servizi:
- valutazione sistematica dei problemi di salute della popolazione di riferimento.
- Piano Attuativo Locale
Nel nuovo assetto delineato dalle recenti riforme del SSN e dal PSN 1998-2000, il concetto di distretto è profondamente modificato, con il passaggio dalla “concezione strutturale” del distretto, prevista dalla legge n. 833/78, quale mero contenitore di servizi, a quella “funzionale”, come sistema organico integrato di parti che interagiscono per realizzare una finalità.
Oggi, il Distretto è la struttura operativa mediante cui l’Azienda per i Servizi Sanitari ( A.S.S.) assicura una risposta unitaria coordinata e continuativa ai bisogni di salute della popolazione di un dato territorio.
Il distretto è titolare dello stato di salute della popolazione e assicura, attraverso i propri operatori ed in particolare attraverso i medici di medicina generale (MMG) ed i pediatri di libera scelta (PLS), i servizi di assistenza primaria relativi alle attività sanitarie e socio-sanitarie.
Si indirizza verso un’efficace politica di governo della domanda e di valutazione delle prestazioni erogate alla popolazione di riferimento.
Analizza la domanda ed orienta la stessa garantendo continuità terapeutica, indipendentemente dai diversi luoghi di trattamento.
Il Distretto Sanitario costituisce, per l'utente, il centro di riferimento per l'accesso a tutti i Servizi socio Sanitari e il luogo di integrazione di tutti i servizi territoriali.
Distretto assicura i servizi di assistenza primaria, relativi alle attività sanitarie e sociosanitarie, nonchè il coordinamento delle proprie attività con quelle dei dipartimenti e dei servizi aziendali, inclusi i presidi ospedalieri, inserendole organicamente nel programma delle attività territoriali.
Il Distretto è dotato di autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria, con contabilità separata all' interno del bilancio dell' unità sanitaria locale.
Il Distretto assume quindi ruolo strategico:
- nella ricerca sistematica e strutturata di prestazioni e servizi efficaci;
- nella ottimizzazione del rapporto efficacia costi;
- nella esplicitazione, a risorse insufficienti, della ricerca delle priorità sociali.
Funzioni del Distretto
1) Produttore di prestazioni di assistenza primaria:
- organizzazione dipartimentale
- coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta
- programmi ed attività intersettoriali (enti locali)
2) Coordinamento ed integrazione delle attività dei servizi e dei dipartimenti dell’azienda USL:
- distretto coordina i diversi servizi coinvolti al fine di garantire la continuità assistenziale
- organizza l’accesso dei cittadini a tutte le prestazioni ed i servizi,
- valorizza l’integrazione tra i servizi e la rete sociale di solidarietà.
3) Governo della domanda di servizi:
- valutazione sistematica dei problemi di salute della popolazione di riferimento.
- Piano Attuativo Locale
OSPEDALE
L'ospedale è una istituzione rivolta ai pazienti critici che afferiscono alle aree di emergenza, intensive e sub-intensive e di diagnosi e cura delle patologie gravi o complesse che non possono essere efficacemente affrontate a livelli assistenziali differenti.
L'ospedale, in origine, era il luogo, spesso costruito con risorse della comunità locale, nel quale erano "ospitati" i componenti della comunità in temporanea difficoltà per motivi di salute o per necessità assistenziali. In esse aveva la priorità l'aspetto dell'ospitalità su quello della cura della malattia.
In Italia, per anni, l'ospedale è stato una struttura fondata su una suddivisione interna tra servizi (unità operative senza posti letto) e divisioni (unità operative con posti letto) che ha favorito lo sviluppo di una forte specializzazione e competenza ma ha anche prodotto un'eccessiva frammentazione delle competenze.
Oggi, una parte consistente dei ricoveri negli ospedali per acuti non sono appropriati.
L'allungamento della speranza di vita e l’aumento della popolazione anziana comportano la necessità di espandere e potenziare l’assistenza post-acuzie.
L’inappropriatezza riguarda anche i reparti di riabilitazione, che spesso si trovano a svolgere ruolo di supplenza di un’assistenza residenziale non sufficientemente sviluppata.
Il modello di Ospedale come principale punto di riferimento per medici e pazienti è stato messo in crisi dal mutato contesto culturale e dallo sviluppo tecnologico.
Di conseguenza, anche il bisogno del cittadino si è evoluto: da una richiesta di ospitalità ad una precisa domanda di ripristino dello stato di salute in un ambiente confortevole e mediante l'uso delle più aggiornate tecnologie e delle più qualificate professionalità.
In ambito di Direzione, il D. L.vo 502/92 porta alla drastica rottura con il passato, prevedendo la decadenza del Dpr 128/68, e stabilendo che l'ospedale deve avere autonomia economico - finanziaria con contabilità separata all'interno del bilancio dell'azienda sanitaria.
La riforma, quindi, inserisce all'interno delle Aziende Ospedaliere o Aziende Sanitarie Locali il principio del decentramento gestionale, organizzativo e quindi "direzionale", al fine di ottimizzare il funzionamento degli ospedali.
Le capacità che il management dell’Ospedale deve avere per svolgere al meglio la funzione di direzione sono:
- Capacità di programmazione (suggerire interventi per il raggiungimento degli obiettivi).
- Capacità di valutazione (analizzare e monitorare l'attività dell'Ospedale rispetto all'appropiatezza, all'efficacia, all'efficienza, alla qualità e rispetto dei diritti dei cittadini).
- Capacità di coordinamento professionale.
- Capacità di facilitazione (semplificare le procedure, promuovere l'innovazione).
- Capacità di comunicare e far comunicare.
TIPOLOGIE DI OSPEDALE
Strutture pubbliche
- Ospedali a gestione diretta (presidi ospedalieri)
Sono ospedali pubblici non costituiti in azienda ospedaliera; sono strutture delle ASL, articolazioni territoriali al pari del dipartimento di prevenzione e del distretto. Hanno autonomia tecnica ed autonomia economico-finanziaria con contabilità separata all'interno del bilancio della ASL. Come le aziende ospedaliere, devono essere organizzati in dipartimenti, sono remunerati a prestazione, sono soggetti alle norme sull'autorizzazione e l'accreditamento.
- Aziende ospedaliere
Sono ospedali pubblici scorporati dalle ASL, che vengono costituiti in azienda autonoma e sono dotate di personalità giuridica pubblica e di autonomia imprenditoriale.
- Policlinici Universitari
Sono aziende direttamente afferenti all'Università, chiamate anche "aziende universitarie".
I direttori generali dei Policlinici sono nominati dal Rettore dell'Università; le direttive sono quelle del Ministero dell'Università.
- Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico (IRCCS pubblici)
Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico (IRCCS), sono organismi che svolgono attività di tipo misto (come le cliniche universitarie), in parte riconducibili all'assistenza sanitaria, in regime di ricovero e cura, e in parte di ricerca scientifica biomedica (finalizzata alla tutela della salute e quindi della vita).
Gli IRCCS possono essere pubblici o privati; ciò dipende dalla loro origine e dal tipo di attività che sono chiamati a svolgere in forza dei rispettivi statuti.
- Ospedali classificati o assimilati (art. 1,L 132/68)
Sono ospedali dipendenti da istituti o enti ecclesiastici civilmente riconosciuti.
- Istituti psichiatrici residuali
- Istituti privati qualificati presidio della USL
- Enti di ricerca
Strutture private
- IRCCS privati
- Case di cura accreditate
Spetta alla regione definire le caratteristiche funzionali che le case di cura private devono avere per assicurare livelli di prestazioni sanitarie non inferiori a quelle erogate dai corrispondenti presidi o servizi delle ASL.
ATTIVITA' SVOLTE ALL'INTERNO DELL'OSPEDALE
Dipartimento di Emergenza e Accetazione (DEA)
Dipartimento che collega funzionalmente diverse divisioni, sezioni, vari servizi ospedalieri con le strutture extraospedaliere, fornendo prestazioni sanitarie di emergenza e disponendo l'eventuale accettazione dei pazienti in ospedale.
Si possono distinguere i seguenti livelli strutturali del DEA:
- Centri di emergenze di base (CEB) facenti capo a ciascun ospedale
- DEA di primo livello, operanti in ospedali sovrazonali ad alta specialità
- DEA di secondo livello, operanti in ospedali sovrazonali ad altissima specialità
Day Hospital (DH)
Struttura adibita al ricovero, per alcune ore della giornata, di pazienti che non necessitano di una ospedalizzazione completa ma che possono essere così sottoposti a trattamenti diagnostici e/o terapeutici specialistici in modo intensivo, non attuabili ambulatorialmente.
Scopo del DH è quello di fornire assistenza adeguatamente specializzata presso l'ospedale senza dover ricorrere al ricovero tradizionale nell'ospedale.
Pronto Soccorso (PS)
Area funzionale nella quale si esplicano tutti gli interventi che è opportuno eseguire al momento del primo contatto con la struttura ospedaliera nei casi in cui vi sia richiesta di un intervento tempestivo.
Day Surgery
Si intende l'effettuazione, con opportune modalità cliniche, organizzative ed amministrative, di interventi chirurgici o anche di procedure diagnostiche e/o terapeutiche invasive e seminivasive in regime di ricovero limitato alle sole ore di giorno, in anestesia locale, loco-regionale, generale.
COUNTRY HOSPITAL (CH) L'ospedale è una istituzione rivolta ai pazienti critici che afferiscono alle aree di emergenza, intensive e sub-intensive e di diagnosi e cura delle patologie gravi o complesse che non possono essere efficacemente affrontate a livelli assistenziali differenti.
L'ospedale, in origine, era il luogo, spesso costruito con risorse della comunità locale, nel quale erano "ospitati" i componenti della comunità in temporanea difficoltà per motivi di salute o per necessità assistenziali. In esse aveva la priorità l'aspetto dell'ospitalità su quello della cura della malattia.
In Italia, per anni, l'ospedale è stato una struttura fondata su una suddivisione interna tra servizi (unità operative senza posti letto) e divisioni (unità operative con posti letto) che ha favorito lo sviluppo di una forte specializzazione e competenza ma ha anche prodotto un'eccessiva frammentazione delle competenze.
Oggi, una parte consistente dei ricoveri negli ospedali per acuti non sono appropriati.
L'allungamento della speranza di vita e l’aumento della popolazione anziana comportano la necessità di espandere e potenziare l’assistenza post-acuzie.
L’inappropriatezza riguarda anche i reparti di riabilitazione, che spesso si trovano a svolgere ruolo di supplenza di un’assistenza residenziale non sufficientemente sviluppata.
Il modello di Ospedale come principale punto di riferimento per medici e pazienti è stato messo in crisi dal mutato contesto culturale e dallo sviluppo tecnologico.
Di conseguenza, anche il bisogno del cittadino si è evoluto: da una richiesta di ospitalità ad una precisa domanda di ripristino dello stato di salute in un ambiente confortevole e mediante l'uso delle più aggiornate tecnologie e delle più qualificate professionalità.
In ambito di Direzione, il D. L.vo 502/92 porta alla drastica rottura con il passato, prevedendo la decadenza del Dpr 128/68, e stabilendo che l'ospedale deve avere autonomia economico - finanziaria con contabilità separata all'interno del bilancio dell'azienda sanitaria.
La riforma, quindi, inserisce all'interno delle Aziende Ospedaliere o Aziende Sanitarie Locali il principio del decentramento gestionale, organizzativo e quindi "direzionale", al fine di ottimizzare il funzionamento degli ospedali.
Le capacità che il management dell’Ospedale deve avere per svolgere al meglio la funzione di direzione sono:
- Capacità di programmazione (suggerire interventi per il raggiungimento degli obiettivi).
- Capacità di valutazione (analizzare e monitorare l'attività dell'Ospedale rispetto all'appropiatezza, all'efficacia, all'efficienza, alla qualità e rispetto dei diritti dei cittadini).
- Capacità di coordinamento professionale.
- Capacità di facilitazione (semplificare le procedure, promuovere l'innovazione).
- Capacità di comunicare e far comunicare.
TIPOLOGIE DI OSPEDALE
Strutture pubbliche
- Ospedali a gestione diretta (presidi ospedalieri)
Sono ospedali pubblici non costituiti in azienda ospedaliera; sono strutture delle ASL, articolazioni territoriali al pari del dipartimento di prevenzione e del distretto. Hanno autonomia tecnica ed autonomia economico-finanziaria con contabilità separata all'interno del bilancio della ASL. Come le aziende ospedaliere, devono essere organizzati in dipartimenti, sono remunerati a prestazione, sono soggetti alle norme sull'autorizzazione e l'accreditamento.
- Aziende ospedaliere
Sono ospedali pubblici scorporati dalle ASL, che vengono costituiti in azienda autonoma e sono dotate di personalità giuridica pubblica e di autonomia imprenditoriale.
- Policlinici Universitari
Sono aziende direttamente afferenti all'Università, chiamate anche "aziende universitarie".
I direttori generali dei Policlinici sono nominati dal Rettore dell'Università; le direttive sono quelle del Ministero dell'Università.
- Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico (IRCCS pubblici)
Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico (IRCCS), sono organismi che svolgono attività di tipo misto (come le cliniche universitarie), in parte riconducibili all'assistenza sanitaria, in regime di ricovero e cura, e in parte di ricerca scientifica biomedica (finalizzata alla tutela della salute e quindi della vita).
Gli IRCCS possono essere pubblici o privati; ciò dipende dalla loro origine e dal tipo di attività che sono chiamati a svolgere in forza dei rispettivi statuti.
- Ospedali classificati o assimilati (art. 1,L 132/68)
Sono ospedali dipendenti da istituti o enti ecclesiastici civilmente riconosciuti.
- Istituti psichiatrici residuali
- Istituti privati qualificati presidio della USL
- Enti di ricerca
Strutture private
- IRCCS privati
- Case di cura accreditate
Spetta alla regione definire le caratteristiche funzionali che le case di cura private devono avere per assicurare livelli di prestazioni sanitarie non inferiori a quelle erogate dai corrispondenti presidi o servizi delle ASL.
ATTIVITA' SVOLTE ALL'INTERNO DELL'OSPEDALE
Dipartimento di Emergenza e Accetazione (DEA)
Dipartimento che collega funzionalmente diverse divisioni, sezioni, vari servizi ospedalieri con le strutture extraospedaliere, fornendo prestazioni sanitarie di emergenza e disponendo l'eventuale accettazione dei pazienti in ospedale.
Si possono distinguere i seguenti livelli strutturali del DEA:
- Centri di emergenze di base (CEB) facenti capo a ciascun ospedale
- DEA di primo livello, operanti in ospedali sovrazonali ad alta specialità
- DEA di secondo livello, operanti in ospedali sovrazonali ad altissima specialità
Day Hospital (DH)
Struttura adibita al ricovero, per alcune ore della giornata, di pazienti che non necessitano di una ospedalizzazione completa ma che possono essere così sottoposti a trattamenti diagnostici e/o terapeutici specialistici in modo intensivo, non attuabili ambulatorialmente.
Scopo del DH è quello di fornire assistenza adeguatamente specializzata presso l'ospedale senza dover ricorrere al ricovero tradizionale nell'ospedale.
Pronto Soccorso (PS)
Area funzionale nella quale si esplicano tutti gli interventi che è opportuno eseguire al momento del primo contatto con la struttura ospedaliera nei casi in cui vi sia richiesta di un intervento tempestivo.
Day Surgery
Si intende l'effettuazione, con opportune modalità cliniche, organizzative ed amministrative, di interventi chirurgici o anche di procedure diagnostiche e/o terapeutiche invasive e seminivasive in regime di ricovero limitato alle sole ore di giorno, in anestesia locale, loco-regionale, generale.
Modello di struttura sociosanitaria territoriale della rete dei servizi distrettuali che si rivolge prevalentemente a persone anziane attraverso l’attivazione di posti letto gestiti dai loro medici di fiducia.
Il CH rappresenta la novità sociosanitaria ed assistenziale degli ultimi anni: importata dalla Gran Bretagna dalla metà degli anni 90, si colloca come anello di congiunzione, finora mancante, fra la rete dei servizi domiciliari, le strutture residenziali per anziani (RSA, Case protette, di riposo, albergo) e gli ospedali.
Si rivolge a persone, prevalentemente anziane, che non necessitano della complessità del 2° livello assistenziale (ospedaliero), ma che non possono risolvere i loro problemi a domicilio attraverso l’assistenza domiciliare integrata o programmata o nelle case di riposo protette o RSA
Obiettivi del CH:
- Ridurre i ricoveri impropri.
- Ridurre i disagi ambientali e la spersonalizzazione del ricovero ospedaliero.
- Ridurre i rischi iatrogeni da ospedalizzazione.
- Razionalizzare l’assistenza ospedaliera.
- Basso costo (120 € lire/posto letto/die vs 350 € dell’ospedale).
- Attivato in pochissimo tempo sfruttando le economie dei servizi e il personale presente recuperando il patrimonio ospedaliero.
- Garantire maggiore continuità assistenziale sul territorio.
- Favorire l’accesso dei familiari e del volontariato.
- Ridurre il pendolarismo dei familiari.
- Valorizzare la funzione di case manager da parte dell’infermiere.
Punti critici del CH:
- Difficoltà di integrazione e coordinamento (assistenza a rete).
- Rischio di uso inappropriato delle risorse che potrebbe trasformare il CH in un generatore di spesa.
- Burn out del personale e dei Mmg.
- Difficoltà nel valutare e misurare l’attività del CH.
- Mancanza di percorsi formativi specifici.
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