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Patologie cutanee parassitarie

Pediculosi
La pediculosi è l’infezione da pidocchi, può colpire il cuoio capelluto, il corpo o l'area genitale.
Il pidocchio del capo e quello del pube (piattola) vivono direttamente nell'ospite; inoltre, il pidocchio del corpo vive negli indumenti.
L'infestazione si estende con facilità qualora si verifichino condizioni di promiscuità o inadeguata igiene della persona o degli indumenti. Il pidocchio del corpo è un importante vettore di alcuni microrganismi che causano tifo epidemico, febbre delle trincee e febbre ricorrente.

Sintomi, segni e diagnosi
La P. humanus capitis viene trasmessa mediante il contagio diretto oppure tramite alcuni oggetti come pettini e cappelli.
Si manifesta indipendentemente dallo stato sociale, è comune nei bambini in età scolare, mentre è rara tra i neri.
Sebbene si localizzi soprattutto a livello del cuoio capelluto, in alcuni casi può colpire le ciglia, le sopracciglia e la barba. Il prurito è intenso e, a livello del capillizio, si possono osservare escoriazioni, talora con sovrainfezione batterica.
La P. humanus corporis è meno comune nelle persone che curano la propria igiene personale. Sia il parassita che le uova si ritrovano con facilità negli indumenti, poiché i pidocchi si annidano principalmente nelle cuciture degli abiti a stretto contatto con la cute.
Le lendini si ritrovano, a volte, sul fusto del pelo così come nella sua struttura. Il prurito è un sintomo costante. Le lesioni si rinvengono principalmente a livello delle spalle, dell'addome e dei glutei. Infatti, l'ispezione mostra piccole punture di colore rosso dovute ai morsi del parassita, associate a lesioni lineari da grattamento, a pomfi orticarioidi o a infezione batterica superficiale. La foruncolosi è una complicanza occasionale.
In genere, la P. pubis si trasmette per via venerea. La piattola colpisce di preferenza i peli della regione ano-genitale, ma si può estendere anche ad altre zone, specialmente negli individui molto pelosi. La regione ano-genitale deve essere ispezionata con cura, in quanto il parassita può trovarsi isolato con pochi elementi o mimare le piccole croste da lesioni da grattamento.
Talvolta il pidocchio può essere notato sotto forma di una piccola macchia bluastra sulla cute, normalmente a livello del tronco. Diversamente, le uova sono generalmente attaccate alla cute, alla base dei peli stessi. Segno di infestazione è la presenza di piccoli detriti di color marrone (feci del parassita) nella biancheria intima a contatto con la regione ano-genitale. Inoltre, compaiono precocemente le escoriazioni e le dermatiti secondarie, specialmente in coloro che ricorrono ad automedicazione.

Prevenzione e terapia
La prevenzione della pediculosi e della sua reinfestazione viene fatta insegnando a bambini e adulti le corrette pratiche igieniche, suggerendo di evitare la condivisione di pettini, spazzole, cappelli, sciarpe e indumenti. Negli adulti, un comportamento sessuale responsabile riduce il rischio di acquisizione delle piattole e delle malattie sessualmente trasmesse.
Come nella scabbia, devono essere trattati i componenti della famiglia del paziente e coloro che entrano a stretto contatto con quest'ultimo. La crema di permetrina al 5% è, attualmente, la terapia di scelta: la sua sicurezza è stata ampiamente dimostrata nella cura della scabbia. In caso di pediculosi, va tenuta in sede per 6-12 ore prima del risciacquo ma, a basse concentrazioni, non ha la stessa efficacia della crema al 5%. Nella maggior parte dei casi, le uova e i pidocchi possono essere meccanicamente rimossi con un pettine.



Scabbia (Prurito)
Ectoparassitosi molto contagiosa, intensamente pruriginosa, caratterizzata dalla presenza di cunicoli superficiali e dalla tendenza all'impetiginizzazione

Eziologia
La scabbia è causata dall'acaro Sarcoptes scabiei. Le femmine gravide scavano un tunnel (cunicolo) nello strato corneo e vi depositano le uova fecondate. Le larve maturano in pochi giorni.
La trasmissione della scabbia è rapida, di frequente insorgenza nell'ambito dello stesso nucleo familiare, per contatto cutaneo con una persona infestata (p. es., nello stesso letto). La diffusione tramite indumenti o biancheria da letto è una bassa componente di rischio.

Sintomi, segni e diagnosi
Una reazione di ipersensibilità ritardata (una eruzione papulare intensamente pruriginosa) è condizione tipica, esordendo 30-40 giorni dopo l'avvenuta contaminazione.
Il prurito è molto intenso quando il paziente è a letto, ma questa periodicità notturna si manifesta in molte dermatosi pruriginose.
Sebbene il paziente possa avere centinaia di papule pruriginose, spesso sono presenti meno di 10 cunicoli. Il cunicolo è un tunnel sottile, tortuoso e finemente squamoso di lunghezza variabile da pochi millimetri a 1 cm.
Un piccolo acaro (0,3-0,4 mm) è spesso visibile alla fine del cunicolo. I cunicoli si trovano prevalentemente negli spazi interdigitali, sulle superfici flessorie dei polsi, sui gomiti e nelle pieghe ascellari, sulle areole mammarie delle donne e sui genitali dell'uomo, lungo la linea della cintura e sui glutei.
La diagnosi richiede la ricerca del cunicolo, che può risultare difficoltosa per il numero esiguo dei tunnel o per l'alterazione cutanea data dalle lesioni da grattamento o da una dermatite secondaria sovrapposta.
Una volta localizzato un sospetto cunicolo, la diagnosi viene confermata dall'esame microscopico del materiale prelevato raschiandone la superficie. Il materiale raschiato viene posto su un vetrino con glicerolo, olio minerale od olio da immersione e coperto con vetrino coprioggetti (l'idrossido di potassio viene evitato in quanto dissolve gli escrementi fecali dell'acaro). Il ritrovamento dell'acaro, delle uova o degli escrementi fecali conferma la diagnosi.

Terapia
Il trattamento con medicazioni topiche di solito è efficace e quindi la sostanza medicamentosa va applicata su tutta la cute, dal collo in giù, specialmente negli spazi interdigitali, sui genitali, nelle aree perianali e a livello del 1o dito dei piedi.



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