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Patologie degli annessi oculari

BLEFARITE

Infiammazione dei margini palpebrali con arrossamento, ispessimento e quasi sempre formazione di squame e croste o di ulcere superficiali sui margini palpebrali.

Esistono tre forme di blefarite:

- iperemica
i bordi delle palpebre sono gonfi e arrossati, gli occhi compaiono cerchiati di rosso.

- squamosa
nella zona di impianto delle ciglia si riscontrano delle pellicole sottili, facilmente asportabili, che altrettanto facilmente si riformano.

- ulcerativa
la causa è lo stafilococco . Si formano piccoli ascessi a livello dei follicoli piliferi con croste che tendono ad aprirsi.

Il comparire contemporaneamente delle 3 forme può dare origine a complicanze come la congiuntivite e la cheratite.

Il trattamento della blefarite consiste nell'eliminazione delle probabili cause locali:
- Rimozione delle squame che si vanno a depositare lungo il margine palpebrale e le ciglia.
- Applicazione pomate all'ossido di zinco in associazione ad antibiotici cortisonici.



ORZAIOLO


E’ un’infiammazione comune e acuta di un follicolo ciliare (dotto che contiene le ciglia) e della relativa ghiandola (di Zeiss), generalmente causato da un batterio: lo Staphylococcus aureus.

Quando gli orzaioli si presentano frequentemente e contemporaneamente compaiono foruncoli cutanei in altre zone del corpo, è opportuno sottoporsi ad esami clinici: a volte si può avere contratto il diabete senza saperlo (metabolismo dei glicidi alterato).
Gli orzaioli sono quasi sempre associati a blefarite e secondari ad essa.
Le recidive sono frequenti.

Segni e sintomi
- Gonfiore e arrossamento delle palpebre, dolore.
- Sul bordo delle ciglia generalmente è presente del pus.

Terapia
Pomate, spesso antibiotiche, che andrebbero prescritte sempre da un medico oculista. Generalmente la rottura spontanea del gonfiore, con la conseguente fuoriuscita del pus, allevia i sintomi. Si può ricorrere anche ad impacchi tiepidi ed umidi, ma sempre con molta cautela perché si rischia di irritare ulteriormente le palpebre.



CALAZIO

Il calazio è una flogosi granulomatosa di una ghiandola di Meibomio, il cui dotto escretore risulta ostruito.

Questo tipo di infiammazione è un processo cronico ed i sintomi sono incredibilmente lievi.

Calazio esterno
interessa la cute della palpebra sollevata da un piccolo rilievo tondeggiante.

Calazio interno
sviluppa verso la congiuntiva palpebrale e che è apprezzabile rovesciando la palpebra, dove si riscontra una massa di colorito giallastro.

Calazio del margine palpebrale
A carico del margine palpebrale con la forma di una propaggine appuntita.

Il comparire contemporaneamente di più calazi viene definito calaziosi.
La maggior parte dei calazi scompare dopo pochi mesi, in caso contrario l'unica vera soluzione terapeutica risulta l'asportazione chirurgica.



ENTROPION ED ECTROPION

Introflessione (entropion) ed eversione (ectropion) della palpebra.

Compaiono generalmente nelle persone anziane oppure si verificano in seguito a formazioni di cicatrici.
L'entropion causa irritazione poiché le ciglia sfregano sul bulbo provocando ulcerazioni e cicatrizzazioni corneali. L'ectropion è generalmente la conseguenza del rilassamento dei tessuti che si verifica con l'invecchiamento e comporta uno scarso drenaggio delle lacrime attraverso il sistema naso-lacrimale.
I sintomi possono comprendere arrossamento, irritazione ed epifora.
Entrambe queste condizioni, se persistenti, andrebbero trattate chirurgicamente.



XANTELASMA

E' una neoplasia benigna abbastanza comune, con placche appiattite giallo-biancastre di materiale lipidico, che si presentano nel sottocutaneo delle palpebre superiori e inferiori.

Gli xantelasmi sono associati con l'ipercolesterolemia.
Colpisce prevalentemente le persone al di sopra dei 50 anni, specie di sesso femminile ed è dovuto a degenerazione xantomatosa degli istiociti.
L'evoluzione è lenta, ma progressiva e la loro rimozione non è necessaria, tranne che per motivi estetici.



DACRIOSTENOSI

Restringimento del dotto naso-lacrimale dovuto spesso a una anomalia congenita o a un'infezione.

La dacriostenosi congenita generalmente compare fra le 3 e le 12 sett. di vita con una lacrimazione continua (epifora) di un occhio che scopare entro 6 mesi
La dacriostenosi acquisita con epifora può verificarsi in seguito a ostruzione infiammatoria del dotto causata da infezione cronica del sacco lacrimale oppure in seguito a congiuntivite grave o cronica.



DACRIOCISTITE

E' un'infiammazione del sacco lacrimale che solitamente è di natura secondaria rispetto a Dacriostenosi.

I sintomi si evidenziano con una lacrimazione copiosa ed iperemia congiuntivale.
L'agente batterico delle forme acute è in genere lo stafilococco piogeno, mentre quello delle forme croniche è lo pneumococco.

La terapia spesso richiede un intervento chirurgico o l'asportazione del sacco lacrimale. Per ristabilire semplicemente la pervietà delle vie lacrimali occorre invece eseguire un sondaggio con una piccola sonda metallica nel puntino lacrimale inferiore, associato ad un'irrigazione a base di soluzioni antisettiche.




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