L'ernia del disco è una affezione della colonna vertebrale consistente in una rottura o uno sfiancamento dell'anello fibroso del disco e conseguente dislocazione del nucleo polposo.
I corpi vertebrali sono separati da dischi cartilaginei, costituiti da un anello fibroso esterno e da un nucleo polposo interno. Le modificazioni degenerative (con o senza trauma) possono esitare in protrusione o rottura del nucleo attraverso l’anello fibroso a livello dell’area lombosacrale o cervicale; (dorsali rare e con pochi problemi) in tal modo il nucleo polposo si muove postero-lateralmente o posteriormente dentro lo spazio extradurale.
La sciatalgia compare quando il nucleo erniato comprime o irrita la radice del nervo; la protrusione posteriore può comprimere o irritare la cauda equina, soprattutto nel paziente con un restringimento congenito del canale spinale (stenosi spinale).
Eziologia
La degenerazione e quindi l'ernia del disco sono spesso legati a fattori congeniti genetico-familiari, attivati o rivelati poi da varie cause come stress e traumi vertebrali (trauma disorsivo), protratte posture viziate, maldistribuzione di carichi sulla colonna ed altri.
Il fumo, l'uso eccessivo dell'automobile ed il sovrappeso sono noti fattori favorenti l'usura del disco e quindi la formazione di un'ernia.
Trauma distorsivo
Il " colpo di frusta " viene definito come un trasferimento di energia con meccanismo di accelerazione-decelerazione che si sviluppa a carico del collo da cui derivano danni alle strutture ossee o ai tessuti molli con differenti manifestazioni cliniche.
Si tratta di un meccanismo che di solito si verifica in seguito ad un tamponamento automobilistico nel quale il collo ( che è la porzione più mobile del rachide ) subisce un brusco movimento di iper-estensione in una prima fase poi, in seguito all'arresto della spinta in avanti del tronco, si ha il movimento opposto di iper-flessione.
Si verifica quindi una sorta di meccanismo di "fionda " che inevitabilmente porta alla comparsa di diversi gradi di lesione dovuti soprattutto al superamento dei limiti di elasticità dei tessuti interessati.
Il paziente riferisce nella quasi totalità dei casi dolore localizzato alla regione cervicale o che si irradia alle spalle, rigidità della muscolatura paravertebrale e dei trapezi, limitazione della motilità del collo. Talvolta sono presenti cefalea, nausea e parestesie agli arti superiori, sintomi che variano a seconda dell'entità del danno e che regrediscono nel giro di alcuni giorni o nei casi peggiori di qualche settimana.
Si esegue una radiografia della colonna in due proiezioni ed eventualmente trans - buccale per valutare il dente dell'epistrofeo. I reperti radiologici sono di solito minimi o assenti; infatti si può parlare di colpo di frusta solo quando non si rilevano segni radiologici di danno delle vertebre cervicali, né segni clinici di lesione radicolare. Dall'esame radiografico si può evidenziare la perdita della fisiologica lordosi che nei casi più gravi risulta addirittura invertita.
Sintomi e segni
Il dolore, con tipica distribuzione radicolare, può presentarsi in modo improvviso e grave, oppure in modo insidioso. Peggiora con il movimento e con la manovra di Valsalva (un'espirazione forzata a glottide chiusa) o con gli atti del tossire, ridere, del torchio addominale.
Nelle sedi innervate dalla radice si potranno avere anche parestesie e sensazioni di intorpidimento; i riflessi profondi lungo la distribuzione della radice colpita sono diminuiti o assenti.
Nelle ernie lombosacrali, il sollevamento di un arto inferiore esteso (che stira le radici del nervo) può provocare dolore alla schiena o all’arto stesso, il dolore nelle ernie lombosacrali si irradia principalmente agli arti inferiori (presenza di nervi che controlla i movimenti inferiori)
Nell’ernia cervicale, la flessione o l’inclinazione del collo sono dolorose. I muscoli innervati dalla radice lesionata si indeboliscono, diventano atrofici, flaccidi e possono mostrare fascicolazioni, il dolore si irradia principalmente alla mano e al braccio.
Nell’ernia cervicale possiamo avere vertigini e cefalea per la presenza, nel processo trasverso dell’arteria, se la vertebra va incontro ad artrosi l’arteria non porta più sangue al cervello.
Diagnosi e terapia
Le rx della colonna mostrano spesso un restringimento dello spazio intervertebrale, presenza di osteofiti ed assenza delle punte articolari. La TAC o la RMN possono evidenziare le dimensioni del canale e mostrare la protrusione del disco. L’elettromiografia può essere utile per stabilire con esattezza la radice coinvolta.
La terapia deve essere conservativa, poiché la maggior parte dei pazienti, con lombalgia o nevralgia grave, guarisce nel 95% dei casi in tre mesi, senza il trattamento chirurgico, a meno che non presenti dei deficit neurologici progressivi o invalidanti. Un senso acuto di disagio può cessare attraverso il riposo e il rilassamento. È invece controindicato il prolungato riposo a letto. Gli analgesici, i blandi tranquillanti e i miorilassanti possono essere d’aiuto nell’alleviare il dolore.
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