La malaria è un’infezione provocata da protozoi del genere Plasmodium trasmessi all’uomo da zanzare femmine infette del genere Anopheles.
Gli uomini vengono infettati da 4 specie del genere Plasmodium:
- Vivax
Agente eziologico della “terzana benigna”, responsabile di circa il 40% dei casi di malaria nel mondo. Le infezioni sono caratterizzate da frequenti ricadute, ma la malattia è raramente letale.
- Ovale
Responsabile di una bassa percentuale di casi di malaria nel mondo. Gli accessi febbrili si ripetono ogni 48 ore, con andamento più benigno rispetto alle forme.
- Malariae
Agente eziologico della “quartana”, responsabile di circa il 5% dei casi di malaria nel mondo. La malattia presenta un andamento generalmente benigno, ma alcune infezioni si riattivano periodicamente per più di 40 anni.
- Falciparum
Agente eziologico della “terzana maligna”, la forma più grave, con alto tasso di letalità per l’eccezionale capacità moltiplicativa del parassita.
Nell’ospite umano il parassita si modifica, riesce ad eludere le difese del sistema immunitario ed infetta i globuli rossi e il fegato, fino a raggiungere una forma che è capace di infettare un’altra zanzara quando punge la persona malata.
La malaria diventa letale quando distrugge i globuli rossi, causa una forte anemia e ostruisce i capillari che irrorano il cervello o altri organi vitali.
IL CICLO DEL PLASMODIO DELLA MALARIA
L’infezione nell’uomo inizia con la puntura di una zanzara femmina del genere Anopheles, la quale per potersi nutrire senza problemi inietta un anticoagulante dalle sue ghiandole salivari, col quale vengono trasmessi i plasmodi allo stadio di sporozoiti.
Questi vengono trasportati dal sangue fino alle cellule del reticolo endotelio, in particolare di fegato e milza, dove subiscono schizogonia producendo i merozoiti, che vanno ad invadere nuove cellule.
Dopo alcuni giorni i merozoiti entrano nel circolo sanguigno infettando gli eritrociti, dove possono accrescersi (trofozoiti) assumendo inizialmente la tipica forma ad anello e riprodursi. Quando il globulo rosso risulta riempito da queste forme si rompe, liberandole in circolo, dove i plasmodi possono infettare nuovi globuli rossi. In genere la rottura degli eritrociti è sincrona, e coincide con la punta febbrile del soggetto infettato.
Ad un certo punto alcuni merozoiti si modificano in gametociti. Quando una nuova zanzara punge l’individuo ammalato, col sangue succhia anche i gametociti (nei globuli rossi) che termineranno la differenziazione solo nell’intestino dell’insetto. Tutto il resto (merozoiti e globuli rossi) viene digerito normalmente.
I gametociti femminili prendono forma di un macrogamete, praticamente immobile, mentre quelli maschili si dividono originando 8 gameti flagellati e mobili. Dopo la fecondazione lo zigote subisce meiosi e diventa un organismo detto oocinete, mobile e di forma allungata. Esso attraversa l’epitelio intestinale e origina l’oocisti: a questo punto inizia la fase sporogonica.
A formazione ultimata l’oocisti si rompe, e gli sporogoni liberati si muovono in direzione dell’emocele, andando ad insediarsi all’interno delle ghiandole salivari dell’insetto.
Da qui il ciclo può ricominciare, con l’inoculazione in un nuovo ospite umano.
PERIODO DI INCUBAZIONE
Il tempo trascorso tra la puntura infettante e la comparsa dei sintomi clinici è:
- da 7 a 14 giorni per l'infezione da P. falciparum
- da 8 a14 giorni per P. vivax e P. ovale
- da 7 a 30 giorni per P. malariae.
PERIODO DI CONTAGIOSITA'
La malaria non si trasmette per contagio interumano diretto, ma soltanto attraverso il tramite delle zanzare, che rimangono infette per tutta la vita. Le persone colpite da malaria non curate possono essere infettanti per le zanzare che li pungono per:
- fino a 1 anno in caso di malaria da P. falciparum;
- fino a 2 anni nel caso di malaria da P. vivax;
- per più di 3 anni nel caso di infezione da P. malariae.
La trasmissione della malaria può avvenire anche in seguito alla trasfusione di sangue o di globuli rossi provenienti da soggetti malarici e contenenti plasmodi nella fase infettante.
CLINICA
La malattia può manifestarsi con un quadro aspecifico ed assimilabile ad una normale influenza:
- febbre elevata (39-40°C).
- malessere, stanchezza.
- cefalea.
- rachialgie.
- vomito.
- epatosplenomegalia (aumento di volume di fegato e milza).
- dispepsia (difficoltà digestive).
Inizialmente la febbre decorre in modo irregolare ma dopo una settimana, è caratterizzata da accessi periodici:
- febbre terzana lieve (febbre a giorni alterni).
- febbre quartana (febbre ogni tre giorni)
- febbre estivo-autunnale o terzana maligna o perniciosa (sintomi spesso fatali).
Dopo una breve incubazione (tra i 10 e i 30 giorni), insorge nel soggetto adulto la febbre alta con brividi intensi e dopo 7-8 ore segue la caduta rapida della temperatura con sudorazione profusa.
La malaria infantile si presenta con febbre, vomito, diarrea e convulsioni.
Prontamente ed idoneamente curata, la malattia cessa in 2-4 settimane, mentre nelle infezioni non curate o mal curate, le ricorrenze cliniche della malattia sono comuni.
- febbre elevata (39-40°C).
- malessere, stanchezza.
- cefalea.
- rachialgie.
- vomito.
- epatosplenomegalia (aumento di volume di fegato e milza).
- dispepsia (difficoltà digestive).
Inizialmente la febbre decorre in modo irregolare ma dopo una settimana, è caratterizzata da accessi periodici:
- febbre terzana lieve (febbre a giorni alterni).
- febbre quartana (febbre ogni tre giorni)
- febbre estivo-autunnale o terzana maligna o perniciosa (sintomi spesso fatali).
Dopo una breve incubazione (tra i 10 e i 30 giorni), insorge nel soggetto adulto la febbre alta con brividi intensi e dopo 7-8 ore segue la caduta rapida della temperatura con sudorazione profusa.
La malaria infantile si presenta con febbre, vomito, diarrea e convulsioni.
Prontamente ed idoneamente curata, la malattia cessa in 2-4 settimane, mentre nelle infezioni non curate o mal curate, le ricorrenze cliniche della malattia sono comuni.
PROFILASSI CONSIGLIATA
Per le zone a basso rischio
Clorochina
2 compresse alla settimana da assumere contemporaneamente. L'assunzione deve essere effettuata sempre nello stesso giorno della settimana.
Per le zone a medio rischio
Clorochina e Proguanil
Vanno assunte 2 compresse al giorno, una al mattino ed una alla sera dopo i pasti.
Per le zone a alto rischio
Meflochina o Doxiciclina o Clorochina e Proguanil.
PREVENZIONE MECCANICA
Misure per impedire o ridurre al minimo le punture delle zanzare:
- zanzariere dormire in stanze con reti alle finestre o con aria condizionata, oppure usare zanzariere, specialmente per i bambini, abbastanza ampie da poterle rimboccare sotto il materasso; sarebbe bene anche impregnarle con insetticidi;
- usare un insetticida al piretro per eliminare eventuali zanzare;
- chi sta fuori dopo il tramonto dovrebbe indossare vestiti che non lasci- no scoperte parti del corpo (camicie con maniche lunghe, pantaloni lunghi, ecc.);
- preferire abbigliamento di colore chiaro, perchè i colori scuri attraggono le zanzare;
- spalmare o spruzzare le parti del corpo che rimangono scoperte con insetto-repellenti tenendo presente che il sudore riduce l'effetto di tali preparati.
ricordare infine che le zanzare sono molto attive al buio, all'umido e al caldo.
ASPETTI EPIDEMIOLOGICI
E’ la più importante malattia parassitaria degli esseri umani (più 500 milioni di persone interessate e oltre 1 milione di decessi l'anno) che mette a rischio oltre il 40% della popolazione mondiale che vive principalmente nei Paesi del Sud del mondo.
La maggior parte dei casi di infezione e dei decessi avviene nell’Africa subsahariana, nonostante siano considerate zone a rischio anche l’Asia, l’America Latina, il Medio Oriente e alcune aree dell’Europa. La malaria è stata eliminata da molti Paesi del mondo (per esempio gli Stati Uniti e alcuni Paesi dell’Europa occidentale) ma anche in queste zone si registrano segnalazioni di casi legati principalmente a immigrati o turisti di ritorno da aree a rischio infezione. La distribuzione geografica della malattia dipende principalmente da fattori climatici come la temperatura, l’umidità e le piogge. Luoghi ideali per la malaria sono, infatti, le regioni tropicali e subtropicali, dove proliferano le zanzare.
Bisogna inoltre ricordare che la malaria ha anche effetti socioeconomici che si manifestano nel lungo termine come l'aumento della povertà, la difficoltà di apprendimento, della popolazione la diminuzione della frequenza scolastica e di quella lavorativa.
Oltre il 60% dei casi di malaria e oltre il 90% delle morti attribuibili a malaria si registra nell’Africa subsahariana e il 75% delle morti riguarda i bambini al di sotto dei cinque anni.
Molte delle stime fatte tralasciano gli effetti indiretti della malaria come l’anemia, l’ipoglicemia, i problemi respiratori, il basso peso alla nascita e altre complicanze.
Nel 1995 si è scatenata un’epidemia nell’Asia centrale e nei Paesi transcaucasici, con un totale di 90.712 casi riportati ufficialmente. Azerbaigian, Tagikistan e Turchia hanno sofferto di epidemie a larga scala, mentre l’Armenia, il Turkmenistan e il Kirghizistan hanno affrontato focolai meno estesi.
Tra il 1995 e il 2005, i casi di malaria all’interno della Regione europea sono diminuiti passando da 90.712 a 5072.
In Italia
Diversi interventi di profilassi del passato hanno eradicato la malaria e come in gran parte dell’Europa.
Lo Stato Italiano sin dal 1901 si preoccupò di intervenire al fine di prevenire l’infezione malarica e debellarla. Tra il 1947 e 1951 l'Italia segue un programma sperimentale di lotta al vettore con l’uso del DDT. Si è passati da un tasso di morbosità di 970 casi per 100.000 abitanti nel 1905, alla denuncia di soli 15 casi nel 1954.
L’ultimo caso di malaria da riserva autoctona risale al 1964 (nel 1970 l’Italia fu iscritta dall’OMS nei Registri Ufficiali dei Paesi liberi da malaria).
Nel decennio 1989-99 in Italia sono stati notificati 7953 casi (51% italiani) di cui solo lo 0,3% sono casi contratti in Italia e di cui solo 1 è stato riconducibile ad una zanzara autoctona.
Ma con le modificazioni climatiche l'aumento della immigrazione, la lotta alla malaria rischia di diventare un nuovo problema per i paesi che in passato l’avevano debellata.
Malaria di importazione
La maggior parte dei casi sono segnalati in Europa occidentale, specialmente all’interno dell’Unione europea (in particolare in Francia, Regno Unito, Germania e Italia). Ogni anno, infatti, all’interno della Ue sono segnalati fino a 12 mila casi di malaria di importazione, anche se è probabile una sottostima.
1 commento:
Argomento trattato con molta chiarezza, soprattutto per quello che riguarda il ciclo biologico del plasmodium....
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