Consiste nell'aspirazione nella cavità addominale di una raccolta liquida patologica a fini:
-diagnostici: per capirne la natura
-a scopi terapeutici: per ridurre la pressione endo-addominale
-palliativa: per dare un temporaneo sollievo al disagio respiratorio e addominale causato dalla grave ascite, (emo-peritoneo: sangue, chilo-peritoneo:linfa, cole-peritoneo:bile, pneumo-peritoneo: aria).
Materiale
Anche per la paracentesi è presente un set monouso preconfezionato uguale a quello utilizzato nella toracentesi.
Il materiale che dovrà preparare l’infermiere professionale consisterà nel:
-Anestetico locale, lidocaina all’1% o cloruro di etile;
-Cerotto;
-Set monouso per paracentesi che consente il drenaggio di liquido dalla cavità addominale; (Include 3 aghi da puntura G 14, G 16, G 19 mm con punta corta e cappuccio di protezione, rubinetto a tre vie, siringa ml. 50/60, sacca di raccolta ml. 2000).
-Aghi cannula di diverso calibro;
-Soluzioni infusionali;
-Provette per esami colturali, citologici e biochimici;
-Dispositivi di protezione individuale.
Metodologia
La zona di elezione è il quadrante inferiore sinistro all’unione tra il terzo esterno ed i due terzi esterni ed i due terzi interni che unisce l’ombelico alla spina iliaca anteriore-superiore sinistra.
-invitare il paziente a porsi sul fianco sinistro, per consentire al liquido di disporsi in maggiore quantità sul lato da pungere e di spostare le anse intestinali più in alto.
-eseguire una adeguata disinfezione della zona da pungere, e introdurre con una certa decisione l’ago perpendicolarmente al piano cutaneo.
-all’ingresso nella cavità peritoneale l’esaminatore avvertirà un brusco cedimento, dopo il quale si comincerà ad aspirare il liquido mediante la siringa collegata con il rubinetto a tre vie alla sacca di raccolta.
-mentre si estrae il liquido, l’ago dovrà essere mantenuto in posizione con un cerotto messo a cravatta per impedire un movimento eccessivo dell’ago stesso durante la manovra d’aspirazione.
Anche in questo caso, per lo scopo diagnostico basterà una quantità di liquido ascetico pari a 50/100 cc; invece per quello evacuativo si può arrivare ad estrarre fino a 2-2,5 litri, ed in casi gravi anche più.
Diagnosi Infermieristiche
L’infermiere professionale si dovrà accertare se il paziente ha:
-problemi emocoagulativi
-presenta una occlusione intestinale
-una infezione della parete addominale
-pregressi interventi chirurgici sull’addome
-valuterà i segni vitali specialmente la pressione che si modifica in base alla variazione di liquidi corporei.
-stabilire se presenta allergie ai disinfettanti, agli anestetici utilizzati e se è in cura con anticoagulanti.
-valutare se il paziente è a conoscenza della procedura e del decorso del trattamento.
La raccolta e la valutazione di particolari dati porterà alla formulazione delle seguenti diagnosi infermieristiche:
-Ansia correlata a dispnea;
-Rischio elevato di respirazione inefficace, correlato ad immobilità compressione;
-Ansia correlata a mancanza di conoscenze sulla procedura;
-Ansia/dolore correlato a interventi invasivi di minor entità, esito non prevedibile, dolore atteso ed insufficiente conoscenza della routine preoperatoria, postoperatoria e sensazioni correlate;
Problemi Collaborativi
Per quanto riguarda i problemi collaborativi, l’infermiere dovrà:
Accertarsi dell'esecuzione degli esami ematici e strumentali precedentemente prescritti e della compilazione del consenso informato;
Collaborare insieme al medico durante l'esecuzione della procedura;
Accertarsi dell’attuazione di manovre asettiche;
Controllare ad intervalli l'insorgenza di eventuali segni anomali da segnalare al medico
Controllare in cartella se il paziente ha eseguito tutti gli esami prescritti e far presente se vi sono dei risultati alterati,
Bisogna collaborare con il medico durante la paracentesi, verificare che sia garantita l’asepsi, per ridurre il rischio d’infezione e che sia eseguita correttamente tutta la procedura.
1 commento:
bella spiegazione e soprattutto utile.Ti volevo solo consigliare di non scrivere "infermiere Professionale" come era solito chiamarlo parecchi anni fà in quanto essendo adesso l'infermiere un laureato, esiste solo il termine "Infermiere" è una precisazione forse minima ma aiuta a migliorare la nostra professione e far capire che l'infermiere ora è laureato..grazie
Francesco
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