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Epilessia

L'epilessia è una sindrome cerebrale cronica caratterizzata da episodi ricorrenti, dovuti all'iperattività di alcune cellule nervose cerebrali.

Tali crisi comprendono un'insieme di manifestazioni caratterizzate da:
- Brevi episodi di perdita di conoscenza (assenze) 
- Alterazioni sensitive, psichiche o motorie
- Spasmi o da contrazioni della muscolatura scheletrica di tipo convulsivo.

L’epilessia ha un indice di prevalenza 10 volte superiore alla sclerosi multipla, prevalgono in età pediatrica e iniziano in genere prima dei 20 anni.
 
In oltre la metà dei casi l’eziologia è sconosciuta e nell’altra metà può essere attribuita a fattori lesionali, avvenuti durante il periodo pre-natale, peri-natale o post-natale, o più raramente a fattori genetici. 
Nei fattori lesionali vanno menzionati i tumori, i traumi, le infezioni e le malattie vascolari.

Gli attacchi epilettici possono essere distinti in:

- Mioclonici
Spasmi di lieve entità.

- Tonici
Contrazioni più intense.

- Tonici/Clonici
Violenti spasmi muscolari seguiti dal rilassamento della stessa muscolatura. L’alternanza di questi due stati è responsabile delle tipiche scosse muscolari ritmiche (convulsioni) associate alla crisi epilettica.


Tipi di epilessie

1) Parziali
I neuroni che causano gli attacchi interessano soltanto un emisfero cerebrale. 
Possono essere ulteriormente classificate in:
- Semplici (si caratterizzano per attacchi leggeri, che non si traducono mai in perdite di conoscenza).
- Complesse (al contrario comportano manifestazioni più severe, sempre accompagnate da perdita di conoscenza di pochi secondi e da contrazioni muscolari più intense).

2) Generalizzate
I neuroni che causano gli attacchi interessano entrambi gli emisferi. 
Si accompagnano quasi sempre a perdita di conoscenza (assenza) associata a manifestazioni contrattili e spasmi di tipo mioclonico/tonico e tonico/clonico.

Si definisce stato epilettico il succedersi di manifestazioni epilettiche in modo frequente e duraturo (vari episodi si possono notare anche nell'arco di alcune ore). 


Diagnosi

- Elettroencefalogramma (EEG) 
Con cui si registra l'attività elettrica del cervello. 
In circa la metà dei casi questi segnali risultano mutati anche in assenza dei sintomi.

- TAC o la risonanza magnetica
Hanno lo scopo di indagare la presenza di eventuali lesioni cerebrali.

- Storia clinica del paziente


Trattamento farmacologico

Inibendo i segnali elettrici neuronali, e con essi l'attività eccitatoria dei foci epilettogeni, i medicinali consentono un netto miglioramento delle manifestazioni epilettiche e permettono al paziente di condurre una vita normale. 
La terapia deve essere tuttavia personalizzata e protratta per lunghi periodi di tempo, spesso per tutta la vita. 
Tra i più usati:
- Fenobarbital (luminal).
- Fenitoina (dilatin).
- Garbamazepina (segreto).
- Velpronato di sodio (depakin).

Gli effetti collaterali comuni a tutti i farmaci antiepilettici comprendono rush cutanei (arrossamenti della pelle), prurito, leggera sedazione e dispepsia (disturbi digestivi).


Trattamento chirurgico

Solo in determinati casi (che vanno accuratamente selezionati) si può asportare, con un intervento chirurgico, la zona del cervello da cui prende inizio la crisi epilettica. Questo tipo di intervento, che nel 70-90% dei casi porta a guarigione completa, è indicato in presenza di epilessia resistente alla terapia farmacologica, in cui sia stata ben documentata l'origine dei focolai epilettogeni e l'assenza di deficit neurologici gravi in seguito alla loro rimozione.

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