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IL rischio biologico

Per la manipolazione di fluidi biologici, la pratica di manovre invasive e il contatto diretto con soggetti ammalati di malattie infettive, il settore sanitario è il settore produttivo più esposto al rischio di malattie infettive.
Le infezione sicuramente acquisita sul luogo di lavoro o che sia la risultante dell’attività lavorativa stessa, si definisce infezione nosocomiale occupazionale.

Le principali malattie infettive trasmissibili sono:

Epatiti da HAV, HBV, HCV
AIDS, HIV
TBC


I fattori che influenzano l'evento patologico infettivo sono:
- concentrazione dell'agente patogeno
- modalità di esposizione al materiale biologico contaminato
- presenza di recettori specifici in quella sede


Epatite virale A: trasmissione oro-fecale evolve sempre in guarigione tranne che in rare forme di epatite fulminate.

-profilassi attiva e passiva: immunoglobuline entro 2 settimane dall’esposizione o il vaccino entro 7 giorni (meglio 4-6 giorni).

-provvedimenti sull'ambiente: se si verifica un caso sporadico in comunità è indicata soltanto la sorveglianza circa le applicazioni delle misure ambientali e comportamentali (sapone, lavaggio mani)

Epatite B: trasmissione ematica, sessuale, materno-fetale, la malattia si può presentare in forma latente, acuta o asintomatica.

In caso di esposizione nota a sangue o altri liquidi biologici (anche sessuale) è indicata la profilassi post esposizione (P.P.E.) con i seguenti criteri:

Soggetti non vaccinati: somministrazione di immunoglobuline specifiche e inizio del ciclo vaccinale il più presto possibile (dopo 14 giorni dall'esposizione l'efficacia della immunoprofilassi è dubbia) secondo la schedula vaccinale: 0-1-2-12 mesi.

Soggetti vaccinati e non responders: immunoglobuline

Soggetti vaccinati con risposta anticorpale non nota: determinazione del titolo antiHBs, se il titolo è maggiore di 10 mUI/ml non si effettua alcun trattamento; se il titolo è inferiore a 10 mUI/ml si somministrano Ig e contemporaneamente una dose di vaccino.

HIV: sorgente di infezione è il malato di AIDS e portatore HIV.

Prassi per contaminazione
- contaminazione cute non integra: lavaggio con acqua corrente o sapone antisettico e successiva disinfezione;

- lesioni percutanee: facilitare il sanguinamento della ferita, lavaggio con acqua e sapone per 10’ o con soluzioni di iodio al 10% o composti del cloro;

- contaminazione mucose: sciacquare abbondantemente con acqua o soluzione fisiologica sterile per 10-15’.

Testare il siero del paziente da cui proviene il materiale biologico (dopo consenso informato).
Testare il siero dell’operatore esposto (tempo zero) e successivamente a 1, 3, 6, 12 mesi dall’evento

Avviare l’operatore esposto (se evidente rischio per HIV) a consuelling in malattie infettive per praticare eventuale P.P.E. (inibitori della trascrittasi inversa -ZDV e inibitori della proteasi) entro 24h dall’esposizione.

Tubercolosi
Le principali attività necessarie per realizzare il controllo della TBC sono, in ordine di importanza:

1) Il trattamento farmacologico e la gestione degli ammalati con tubercolosi attiva.
2) L'identificazione, la sorveglianza e il trattamento preventivo dei gruppi ad alto rischio:

- contatti di un caso di tubercolosi;
- persone con infezione da HIV;
- altri gruppi a rischio (aree con incidenza di malattia superiore a 50/100.000).

3) La vaccinazione con BCG.
4) La sorveglianza epidemiologica e la valutazione dei programmi di controllo.

CASO DI TBC ACCERTATA O SOSPETTA
Obbligo di notifica di malattia infettiva ai sensi del DM 15 dicembre 1990 entro 24 ore dalla diagnosi presunta utilizzando il modulo apposito (DM 29 Luglio 1998)

Inchiesta epidemiologica ed impostazione delle misure di profilassi
- al paziente e familiari: isolamento del paziente e trasferimento presso reparto di malattie infettive

- agli operatori sanitari: precauzioni standard e precauzioni aggiuntive

- ambiente: Mantenere aerato l’ambiente, provvedere ad accurata pulizia e limitare al massimo il passaggio nella stanza, il trattamento di disinfezione degli ambienti dove ha soggiornato un soggetto malato di tubercolosi deve essere considerato inutile per la prevenzione della malattia.

Gestione dei contatti
Al tempo 0: Tutti i contatti devono essere sottoposti a test di intradermoreazione secondo Mantoux con 5 U.I.

Contatti cutipositivi maggiori di 5 mm: eseguire Rx.
Tra questi soggetti il rilievo di un test alla tubercolina negativo non è sufficiente per escludere la presenza d’una tubercolosi attiva.

A) Rx positivo: proseguire l'iter diagnostico e iniziare tempestivamente la terapia.
B) Rx negativo: chemioterapia preventiva, se soggetto non vaccinato in precedenza con BCG.

Nei soggetti HIV positivi la chemioterapia va eseguita sempre, anche se vaccinati.
Contatti cutinegativi < 5 mm: ripetere intradermoreazione secondo Mantoux dopo due mesi.

Nei contatti cutinegativi di età <15 anni o con infezione da HIV, deve essere iniziata la chemioprofilassi in attesa del successivo controllo a 2 mesi.

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